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La notizia è così bella che non sembra vera: il vaccino per il cancro all’ovaio pare funzionare. Questo tipo di cancro è uno dei tumori più subdoli perché ha manifestazioni molto sfumate e poco caratteristiche e perché non è facilmente curabile. Dagli Stati Uniti, però, arrivano buone notizie per le donne malate: si è appena concluso, infatti, uno studio pilota che dimostra l’efficacia del vaccino per il cancro all’ovaio per la sopravvivenza delle donne affette.
Migliora il sistema immunitario
Lo studio che regala buone speranze alle donne con cancro all’ovaio è stato condotto da un team di ricercatori statunitensi, dell’Università della Pennsylvania, ed è stato pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. Ha coinvolto complessivamente 25 donne, tutte con una diagnosi di tumore alle ovaie avanzato. Alcune di loro sono state trattate con le cure tradizionali, ossia con combinazione di chemioterapia e chirurgia, mentre altre, insieme alle terapie convenzionali, hanno ricevuto il nuovo vaccino personalizzato che stimola e rafforza il sistema immunitario di chi lo riceve. Tutte le partecipanti sono state seguite nel tempo con una serie di esami e indagini.
Come funziona il vaccino
Ma come agisce il vaccino per il cancro all’ovaio? Si tratta di un farmaco in grado di riprogrammare le cellule immunitarie, che così sono in grado di riconoscere il tumore e aggredirlo. Viene prodotto estraendo alcune cellule immunitarie dal sangue della paziente, che vengono poi esposte a tessuto tumorale. Lo scopro è “addestrarle” a identificare e a infiltrarsi nelle cellule cancerose, annientandole.
Grandi risultati
Analizzando i risultati dei test condotti nel corso e dopo la cura, si è visto che il vaccino contro il cancro all’ovaio aumenta sensibilmente le chance di sopravvivenza delle donne. Infatti, nel gruppo trattato con cure tradizionali associate a vaccino, le donne sopravvissute per due anni sono state il 78%, contro il 44% di coloro che hanno solo assunto medicinali. “La combinazione di chemioterapia e chirurgia è lo standard di cura, ma nell’85% dei pazienti la malattia si ripresenta e rimangono poche altre opzioni terapeutiche. Ma è stato dimostrato che circa il 55% delle pazienti con carcinoma ovarico ha una risposta immunitaria spontanea e questa risposta è correlata con una migliore sopravvivenza” hanno commentato gli autori.