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La steatosi epatica, più conosciuta come fegato grasso, è una patologia in aumento in tutta Europa. Secondo l’ultimo Hepahealth Project Report, documento dell’European Association for the Study of the Liver (Easl) in cui si è fatto il punto sulla diffusione delle malattie epatiche in 35 Paesi di area europea, questa malattia – che può progredire fino a condurre a gravi danni al fegato, oltre ad aprire la strada al diabete – riguarda dal 25 al 30% della popolazione generale. Per quanto concerne in particolare l’Italia, il nostro è uno dei Paesi in cui è più consistente il rischio di un aumento di casi di questa condizione, che attualmente interessa quasi una persona su tre indipendentemente dall’età.
Bimbi e ragazzi a rischio
Particolare attenzione nel nostro Paese deve essere prestata, emerge dal documento, a bambini e ragazzi, poiché abbiamo i tassi di obesità infantile tra i più alti in Europa (un bambino su 3 è obeso o sovrappeso) e, di conseguenza, un elevato rischio di sviluppare il fegato grasso, patologia strettamente legata ai chili in eccesso. I tassi di decesso per fegato grasso attualmente in Italia sono più bassi rispetto ad altri Paesi come Regno Unito o Ungheria, ma se l’epidemia di obesità non sarà arginata gli esperti temono un’impennata di decessi per le nostre future generazioni.
Non sottovalutare il problema
Una battaglia di grande importanza che medici ed esperti si trovano a combattere è quella contro la sottovalutazione di questa patologia. “Purtroppo in molti pensano che avere il fegato grasso sia un problema di poco conto – spiega Silvia Fargion, direttrice dell’unità di Medicina Interna a Indirizzo Metabolico – Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore di Milano -. È invece una malattia da non sottovalutare perché l’accumulo di grasso può progredire provocando un’infiammazione dell’organo (steatoepatite) e poi ancora peggiorare verso la fibrosi e la cirrosi, aprendo la strada allo sviluppo del tumore epatico”. Inoltre, il grasso che si accumula nel fegato favorisce lo sviluppo del diabete e aumenta il rischio di calcificazione delle coronarie e quindi di problematiche cardiocircolatorie.
Occhio al punto-vita
Poiché anche chi è magro può avere il fegato grasso, il consiglio degli esperti è di tenere sott’occhio il giro-vita: se è ampio è probabile che si sia accumulato grasso sul fegato. Nelle donne il pericolo inizia a salire dopo gli 80 cm e diventa elevato sopra gli 88, negli uomini l’allerta inizia a 94 cm ed è massima oltre i 102. Secondo l’Hepahealth Project Report, per ogni centimetro di giro-vita in più la probabilità di sviluppare il fegato grasso sale del 3-10%.