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L’emicrania colpisce sempre di più e in maggioranza il sesso femminile. Le donne hanno 6,6 giorni all’anno di vita privata e sociale persi a causa dell’emicrania, a fronte dei 5 degli uomini. Al di là dei costi spesi dal Servizio sanitario nazionale, ogni paziente di emicrania spende 4.352 euro all’anno tra perdite di produttività e assistenza formale e informale. Eppure, spendono di più per le cure gli uomini (6.062 euro) che le donne (3.632).
Lo studio della Bocconi
Per fare il punto si è partiti da uno studio del 2018 dell’Università Bocconi, lo studio Gema (Gender&Migraine) del Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas) della Bocconi e pubblicato nel Libro bianco Emicrania: una malattia di genere, curato dall’Istituto superiore di sanità.
I risultati dello studio provano che le donne perdono più giorni di lavoro e vita sociale come conseguenza dell’emicrania. Un dato rilevante è quello relativo ai giorni di lavoro con dolore: 12,9 all’anno per le donne e 8,9 per gli uomini. In totale, a causa dell’emicrania, le donne perdono 4,2 giorni di lavoro a fronte dei 3,4 degli uomini.
Donne più esposte
“La differenza di genere – spiega Rosanna Tarricone, professore associato del Dipartimento di Social and Political Sciences – non dipende da una patologia meno severa per le donne visto che nello studio che ha portato all’analisi erano state notate pazienti che avevano una sintomatologia maggiore rispetto agli uomini e una qualità di vita peggiore”. Le donne hanno 6,6 giorni all’anno di vita privata e sociale persi a causa dell’emicrania, a fronte dei 5 degli uomini.
Troppo tempo per la diagnosi
Secondo Piero Barbanti, Presidente dell’Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee, (Anircef), autore del libro ‘Emicrania: storia di un personaggio in cerca di autore’, dall’esordio della prima emicrania alla scelta di andare al Centro cefalea passano circa venti anni. L’emicrania è anche una malattia che ha un alto ‘turismo sanitario’: uno su due si sposta per curarsi. Ma prima di arrivare a una diagnosi ci vogliono i consulti di circa otto specialisti diversi.