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Negli ultimi mesi, negli Stati Uniti si sono registrati diversi casi di polmonite. Spesso il dito è stato puntato contro le e-cig. In realtà, spiega Fabio Beatrice, direttore otorinolaringoiatria e Centro Antifumo ospedale San Giovanni Bosco di Torino, le cause sono ricercare nelle modalità di utilizzo delle sigarette elettroniche e nei liquidi che si consumano, spesso “corretti” anche con marijuana.
No al fai-da-te
Quando si alterano i liquidi da inspirare o si producono in casa utilizzando sostanze come la marijuana, si sfugge a ogni controllo. Il problema è molto grave e, come già successo, si rischia la vita. Le autorità sanitarie statunitensi faticano ancora a trovare una risposta univoca a questa escalation, ma nella maggior parte dei casi i consumatori hanno ammesso di aver utilizzato liquidi per e-cig contenenti il principio attivo della marijuana (Thc).
Attenzione ai falsi allarmismi
I numeri sono significativi, ma focalizzare l’attenzione sulle e-cig rischia di creare falsi allarmismi. Le sigarette elettroniche sono un dispositivo che, se caricato con liquidi home made o con sostanze stupefacenti, espone ai gravi rischi per la salute che le sostanze stesse provocano. “Limitarsi a puntare il dito contro l’utilizzo in sé dell’e-cig non è corretto – precisa Beatrice – . L’attenzione dovrebbe essere rivolta alle modalità con cui si utilizzano e, alterare le ricariche con sostanze alla marijuana non può che rappresentare un pericolo per la salute”.
Polmonite chimica
“Quella che ha colpito i fumatori americani è una polmonite chimica che solitamente si registra in chi entra in contatto con sostanze chimiche come gas e pesticidi o i fumi provocati da un incendio. Il problema è quindi, nella modalità e nel cosa si fuma, non nella sigaretta elettronica in sé. Le polmoniti chimiche sono, infatti, paragonabili a quelle che si possono verificare in chi consuma crack o altre sostanze stupefacenti” conclude l’esperto.