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Secondo Matthew Walker, direttore del “Center for Human Sleep“ presso l’Università di Berkeley, il fenomeno della privazione del sonno si sta pericolosamente diffondendo in tutto il mondo. Il motivo sarebbe da ricondursi alla vita frenetica, che spinge le persone a dormire sempre meno, senza essere a conoscenza degli effetti negativi di questo genere di “epidemia“. Sempre secondo il professore, per risolvere questo problema e vivere a lungo, esisterebbe una cura semplice: dormire 8 ore a notte. In altre parole, meno si dorme e meno si vive, da ciò ne deriva che l’insonnia abbrevia la vita.
Le malattie collegate alla privazione del sonno
Lo studioso sostiene inoltre che sono molte le patologie connesse alla privazione del sonno, tra cui il morbo di Alzheimer, il cancro, l’obesità, i disturbi mentali e il diabete. Dormire 8 ore di fila a notte è la soglia sotto la quale non bisogna scendere per non mettere in pericolo la propria salute.
Troppi dormono meno di 6 ore per notte
Secondo Walker il vero problema della perdita di sonno è la vita moderna che spinge adulti e bambini a fare sempre più cose dopo il lavoro o lo studio: frequentare corsi di lingue o la palestra, stare fino a tarda notte connessi con il cellulare o sui social network. A confermarlo sono i risultati di una ricerca che rivela come il rapporto con il sonno sia cambiato nel corso degli anni. Nel 1942, infatti, sia in Europa sia negli USA, meno dell’8% della popolazione dormiva solo 6 ore a notte. Oggi, invece, 1 persona su 2, cioè la metà della popolazione, dorme 6 ore o meno.
Le cause della perdita di sonno
A contribuire alla privazione del sonno sono diversi fattori: lavoro straordinario, caffeina, alcol, ansia e depressione. Il professor Walker aggiunge inoltre che nella società attuale ci si vergogna persino a dire che si dorme 8 ore di fila per non fare la figura del pigro e ci si vanta, invece, di dormire poco. La cura per vivere a lungo quindi esisterebbe ma richiede uno stile di vita più sano.