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La parità di genere non vale nel caso del dolore fisico: caratteristiche genetiche, fluttuazioni ormonali e differenze anatomiche non favoriscono le donne. È provato: la popolazione femminile soffre più frequentemente di quella maschile, per periodi più lunghi e con una maggiore intensità.
Studiati quasi 100mila casi
Un’indagine svolta su oltre 85mila adulti in 17 Paesi di tutto il mondo, pubblicata sula rivista Pain nel 2008, ha fotografato il divario tra i sessi: il 45 per cento delle donne è afflitto da una sintomatologia dolorosa cronica di qualsiasi tipo rispetto al 31,4 degli uomini. Un altro studio, condotto dalla Standford University su 11 mila persone, ha mostrato che, in situazioni cliniche sovrapponibili, le femmine soffrirebbero il 20 per cento in più dei maschi.
Malattie più frequenti
Nelle donne, poi, alcune patologie sono più ricorrenti: la fibromialgia lo è 6 volte di più rispetto agli uomini, la cefalea tensiva cronica 4 volte di più, il lupus fino a 9 volte, l’artrite reumatoide 2,5 volte in più, l’artrosi 3 volte di più intorno alla menopausa, l’emicrania 3 volte di più.
Meno attenzioni
Secondo Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia presso l’ospedale San Raffaele Resnati di Milano, le donne hanno più sindromi dolorose e più malattie che causano loro sofferenza. Ciononostante, ricevono molta meno attenzione diagnostica e terapeutica, ritrovandosi così costrette a soffrire di più e più a lungo, con l’avanzare dell’età.
Una questione di ormoni
Dopo la pubertà, le malattie infiammatorie e autoimmuni raddoppiano o addirittura triplicano per l’effetto degli ormoni sessuali sulle cellule che regolano le difese immunitarie. La fluttuazione degli estrogeni legata al ciclo mestruale stimola la liberazione di sostanze infiammatorie nei tessuti, che peggiorano le eventuali infiammazioni in corso e il dolore ad esse correlato. Quanto più la sofferenza persiste, tanto più aumentano i cambiamenti nel sistema nervoso centrale, per cui il dolore si fa sempre più autonomo e diventa malattia in sé.
I farmaci a misura di donna
Nonostante questa asimmetria di genere, gli studi clinici sul dolore fisico sono prevalentemente condotti sugli uomini, anche se la farmacologia di genere esiste già ma è piuttosto recente. I farmaci antidolorifici agiscono sulle vie discendenti, inibendo la percezione del dolore. Come ad esempio i trattamenti antidepressivi, che agiscono sui neurotrasmettitori responsabili del dolore cronico e sono efficaci anche sul dolore neuropatico. Ma le donne, in generale, assorbono diversamente anche le sostanze contenute nei farmaci, e questo diverso metabolismo tra i due generi rende ancora più fondamentale includere negli studi anche un numero adeguato di soggetti femminili.