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Quello femminile è considerato il “sesso debole”, sensibile e fragile. Eppure, in molti casi le donne dimostrano molta più forza e resistenza degli uomini. Anche per quanto riguarda la gestione e sopportazione del dolore cronico, le donne battono gli uomini. Lo hanno ribadito gli esperti riuniti in occasione del VII Congresso Federdolore-SICD, svoltosi di recente a Roma, che hanno sottolineato come le femmine siano delle vere e proprie guerriere da questo punto di vista.
Diffuso soprattutto sotto i 50 anni
Per dolore cronico s’intende un dolore che non è isolato, ma che perdura nel tempo, diventando esso stesso una malattia. Molti associano il dolore cronico alla presenza di un tumore. In effetti, la sintomatologia dolorosa si manifesta nel 56% dei pazienti con tumore. Tuttavia, esiste anche un dolore cronico di origine non oncologica. Secondo i dati presentati al Congresso Federdolore-SICD, solo in Italia ben 16 milioni circa di persone, ossia un cittadino su quattro, soffrono di dolore cronico. Chi pensa che questa condizione colpisca soprattutto soggetti di una certa età dovrà ricredersi: circa la metà dei pazienti ha meno di 50 anni e 1/5 ne soffre da oltre vent’anni.
Le donne sono più predisposte
Le donne sono le più soggette al problema: nel nostro paese sono oltre 10 milioni le donne che soffrono di dolore cronico dovuto soprattutto a emicrania, fibromialgie, lombalgie, dolore pelvico e post operatorio. Sicuramente la maggiore suscettibilità femminile al dolore dipende dalle caratteristiche di genere e dalle differenze anatomiche, ormonali e fisiologiche che si manifestano a livello sensitivo ed emotivo.
Ma anche le più stoiche
Spesso le donne che presentano dolore cronico fanno finta di nulla, simulano di stare bene, lo sottodimensionano e stringono i denti. Per quali ragioni? Perché hanno mille pensieri e sono troppo indaffarate a gestire lavoro, casa e famiglia. Il risultato è che soffrono in silenzio e spesso non si curano o non si curano in modo adeguato. Secondo i dati ufficiali, il 29% delle malate sopporta o sottovaluta il dolore e il 23% lo cura con antidolorifici non specifici. “Questo dato conferma un aspetto culturale presente nell’immaginario comune, tale per cui si pensa che la donna sia predisposta a “sopportare” il dolore, come se avesse una maggiore resistenza e purtroppo viene definito come un segnale di debolezza” ha commentato Giuliano De Carolis, presidente Federdolore-SICD.