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Dividere una pastiglia a metà è pericoloso. A mettere in guardia contro i pericoli di questa diffusa abitudine è la Sigg (Società italiana di gerontologia e geriatria), secondo cui alterare la struttura dei farmaci può ridurre l’efficacia della terapia e aumentare il rischio di effetti collaterali. In un caso su tre, infatti, dividere la pastiglia altera il dosaggio che diventa diverso da quello prescritto dal medico, con effetti non trascurabili sull’efficacia delle cure.
Attenzione anche se c’è la predisposizione
I rischi legati al dividere una pastiglia a metà si riducono se c’è la piccola incisione-guida, ma anche in questo caso l’imprecisione è inevitabile. Anche con il taglia-pillole, il mezzo più preciso, una pastiglia su tre è divisa male e la dose ottenuta è più alta o più bassa di almeno il 15% rispetto a quanto prescritto.
In certi casi divieto assoluto
Dividere a metà la pastiglia può essere molto pericoloso in caso di farmaci con una finestra terapeutica stretta, che hanno cioè effetti tossici a dosaggi che si discostano anche di pochissimo dalla terapia. Non vanno spezzate né schiacciate, pena la perdita di efficacia e di tollerabilità, nemmeno le compresse gastroresistenti, progettate con un film esterno per superare la barriera dello stomaco e sciogliersi nell’intestino, come pure le capsule rivestite e quelle a rilascio lento o prolungato.
Mix ad alto rischio
Se dividere una pastiglia a metà è pericoloso, triturarla (pratica in uso con i bambini per facilitarne l’assunzione) è anche peggio perché aumentano i rischi di perderne una parte consistente. Anche mescolare tra loro le medicine prescritte dal medico è un errore: il mix può provocare rischi di interazione fra principi diversi e fenomeni di irritazione delle vie aeree, a causa dell’inalazioni delle polveri. Tritare o dividere farmaci diversi usando lo stesso strumento è ancora più pericoloso, perché la mancata pulizia del coltello, del pestello o simili potrebbe portare a reazioni allergiche o ulteriori interazioni dovute ai residui di farmaco.
No fino agli 8 anni
A eccezione delle compresse effervescenti, le pastiglie non sono indicate fino agli 8 anni di età, perché non sono ancora in grado di deglutirle. Solo in caso di malattie croniche si anticipa l’assunzione ai 6 anni. Le capsule non vanno sminuzzate o aperte: l’involucro si discioglie nello stomaco rilasciando il principio attivo. Vanno perciò inghiottite intere con un po’ d’acqua. Anche le compresse, se non indicato sulla confezione, non devono essere succhiate o masticate, ma deglutite intere con l’acqua.