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Potrebbe essere sufficiente una lacrima per valutare i livelli di glicemia nel sangue e rendere meno invasi gli esami necessari per tenere sotto controllo il diabete. A rivelare questa possibilità è uno studio condotto dall’Università di Tokio e presentato all’ultimo Congresso europeo di Diabetologia (EASD), che mostra come l’analisi delle lacrime permetta di monitorare i livelli di zucchero nel sangue, senza ricorrere a test invasivi.
Servono controlli continui
Il diabete è una patologia che necessità di continui controlli che permettano di prevenire eventuali complicazioni. È perciò fondamentale tenere sempre monitorati i livelli della glicemia nel sangue. I metodi utilizzati finora per attuare questi controlli risultano però invasivi. Proprio per questo, i ricercatori hanno da sempre cercato alternative non invasive, ma nessuna si era finora rivelata idonea a prendere il posto del controllo del sangue.
La svolta con le lacrime
Da tale necessità, i ricercatori dell’ateneo giapponese hanno intrapreso un percorso per valutare la possibilità che la misurazione dello zucchero nel sangue potesse passare da una semplice lacrima, eliminando così la necessità di prelevare campioni di sangue. Studi precedenti avevano già dimostrato come i livelli di glucosio nelle lacrime corrispondessero in maniera abbastanza corretta ai valori rinvenuti nel sangue.
I ricercatori hanno così preso in esame i biomarcatori del diabete contenuti nelle lacrime. Concentrando le analisi sui livelli di glicoalbumina è stato possibile mettere a confronto i risultati delle analisi derivate dal prelievo del sangue con quelle prese dallo studio di una lacrima. La glicoalbumina riflette, infatti, i livelli medi di glucosio nel sangue nelle due settimane precedenti al prelievo. Lo studio ha raccolto lacrime e sangue da cento soggetti diabetici, rivelando una correlazione significativa tra i livelli di glicoalbumina delle lacrime con quelli del sangue.
Un futuro meno invasivo
Questa concordanza è, inoltre, riscontrata senza alcuna differenza di sorta con differenti parametri di età, sesso, funzionalità renale e obesità. Come sottolineato dal dottor Masakazu Aihara, prima firma dello studio, questi risultati dimostrando che potrebbe essere sufficiente una lacrima per rendere meno invasivo il monitoraggio del diabete. Ovviamente, saranno necessari approfondimenti in merito e apparecchiature ad hoc, ma il futuro del monitoraggio del diabete sembra davvero poter essere meno invasivo.