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Dormire tanto può essere un indicatore clinico di rischio di sviluppare una forma di demenza. A sostenerlo è uno studio pubblicato sulla rivista Neurology da un gruppo di ricercatori della Boston University School of Medicine, negli Stati Uniti: gli adulti che dormono più di nove ore per notte corrono un rischio doppio di sviluppare una malattia neurodegenerativa nei successivi dieci anni rispetto a chi, invece, dormono abitualmente meno di nove ore.
Problemi se non è una scelta
I ricercatori, che per giungere a questi risultati hanno esaminato i dati di 2.400 persone raccolti nel corso del Framingham Heart Study, spiegano che dormire 9 o più ore per notte è spia di rischio demenza se è un bisogno fisiologico, e non un’abitudine o una scelta. Insomma: se ci si sente sempre particolarmente stanchi e si ha la possibilità di farsi qualche lunga dormita, ben vengano le ore in più passate sotto le coperte; ma se la tendenza a dormire di più è un’esigenza alla quale non si può rinunciare, è invece il caso di prestare attenzione alle proprie capacità cognitive.
Cervello più piccolo
Dai dati esaminati emerge che il volume del cervello di chi dorme molto è minore rispetto a quello delle persone che riposano normalmente. E poiché il volume cerebrale ridotto risulta associato a un maggior rischio di declino cognitivo, dormire molto può essere considerato un possibile sintomo della demenza “in arrivo”. La durata del sonno può essere, quindi, utilizzata come indicatore per individuare le persone a rischio demenza. Rischio che – concludono i ricercatori – risulta particolarmente alto per chi ha un livello di scolarizzazione basso.