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Aprire le finestre per permettere un corretto ricambio d’aria sembra essere sempre più importante nella lotta al virus, specie negli ambienti con un’alta concentrazione di persone, come scuole e mezzi pubblici. A rivelarlo è uno studio dell’Università del New Mexico pubblicato dalla rivista Physics of Fluids , che dimostra come aerare con regolarità riduca in modo importante le particelle del Covid-19 sospese nell’aria.
Alimentare l’aerosol
Respirando e, soprattutto parlando, andiamo ad “alimentare” la sospensione di particelle piccolissime (meno di 5 µm) contenute nell’aria. Questa sospensione va a comporre il cosiddetto aerosol e può trasportare le particelle nell’aria anche per diverso tempo. Il fatto è che la trasmissione del Covid-19 in luoghi affollati è stata inserita solo da pochi mesi tra le cause di contagio. Diverse ricerche hanno analizzato il problema e, anche attraverso modelli computazioni, hanno dimostrato l’importanza di aprire le finestre e far cambiare l’aria.
Una riduzione del 70%
Gli studi simulati, riproducendo il movimento delle particelle di saliva contenute nell’aerosol, hanno evidenziato come le particelle possano essere trasportate dal movimento dell’aria fino a una distanza di quasi due metri e mezzo. Aprendo le finestre e aerando l’ambiente, la composizione dell’aerosol cambia, permettendo di eliminare dall’ambiente quasi il 70% delle goccioline grandi 1 µm. Prendere in considerazione solo le goccioline di questa dimensione è il limite di questo studio pubblicato su Environment International, che non ha dunque analizzato l’evoluzione delle particelle più grandi e maggiormente in grado di trasmettere il Covid-19.
Cambiare aria aiuta in ogni caso
Tralasciando questo aspetto, lo studio ricopre comunque una certa importanza, sostenuta anche da ulteriori evenienze. Infatti, alcune ricerche condotte negli ospedali hanno rivelato concentrazioni del virus Covid-19 mediamente più basse in quelle strutture che facevano cambiare l’aria con regolarità. Altro importante aiuto per contrastare la diffusione del Covid-19 negli ambienti chiusi è rappresentato dall’impiego di schermi in plexiglas, che bloccano le particelle più grandi di 1 µm.
Condizionatore? Sì, ma con riciclo
Anche il condizionatore può essere un valido alleato, specie se dotato di sistemi di ricircolo in grado di pescare parte dell’aria dall’esterno. Ovvio, trovare un condizionatore a scuola non è la norma, ma dove presente, utilizzarlo nel modo giusto permette di eliminare il 50% delle goccioline. Medesimo discorso per le automobili, dove però il sistema di ricircolo esterno è quasi sempre presente.
Attenzione anche ai vestiti
Disinfettare spesso banchi e sedie e igienizzare le mani resta comunque la prima fondamentale norma per vivere in sicurezza. E non dimentichiamo di disinfettarci anche quando tocchiamo i vestiti, dove si depositano grandi quantità di goccioline. Come dimostrano diversi studi, infatti, la concentrazione del virus è maggiore nelle aree dell’ospedale in cui i medici si cambiano. Il perché è da ricercare nello spostamento d’aria causato dal movimento, per esempio, del camice al momento del cambio.
Fonti / Bibliografia
- Numerical investigation of aerosol transport in a classroom with relevance to COVID-19 | Physics of Fluids | AIP PublishingThe present study investigates aerosol transport and surface deposition in a realistic classroom environment using computational fluid-particle dynamics simulat
- ScienceDirect