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Il malessere che accompagna questa crisi sanitaria da coronavirus ha provocato un significativo incremento dei disturbi del sonno e anche del bruxismo, ossia l’atto involontario di stringere e digrignare i denti mentre si dorme, un disturbo molto diffuso: in Italia ne soffriono oltre 15 milioni di persone, bambini compresi.
Stress e ansia sono le prime cause
Giuseppe Cicero, parodontologo e docente di Odontoiatria all’Università Europea di Madrid, spiega che il bruxismo, che può manifestarsi anche in giovanissima età, può essere più o meno lieve e dipende dalla contrazione involontaria dei muscoli della masticazione. Si può ricollegare a stress o uno stato di ansia momentaneo, ma anche a una malocclusione, cioè un posizionamento anomalo delle arcate dentali. È importante riconoscerne subito i sintomi, che possono essere svegliarsi al mattino con una forte sensazione di fastidio in bocca, le mascelle indolenzite, i denti che fanno male.
Le conseguenze possono essere gravi
In condizioni normali i denti si dovrebbero toccare solo quando si mastica o occasionalmente quando si deglutisce, ma nei casi più gravi di bruxismo, i denti vengono in contatto anche fino a 8-10 ore al giorno, provocandone il deterioramento. Inoltre un bruxismo grave può danneggiare le articolazioni temporo-mandibolari e sovraccaricare i muscoli portando a mal di testa, dolore alle orecchie, vertigini, difficoltà di deglutizione e ad aprire del tutto la bocca, denti più sensibili al caldo e al freddo, perfino dolore alla colonna cervicale. L’obiettivo delle terapie è quello di evitare che il sovraccarico funzionale delle strutture che permettono i movimenti mandibolari crei danni irreversibili.
Yoga per la bocca
Non ci sono farmaci da prendere; un rimedio classico è il bite: un mascherina paradenti da indossare durante la notte fra le due arcate dentali per evitare lo sfregamento. Dal momento, però, che esiste una stretta relazione con un aumento dell’ansia e dello stress, possono essere utili tecniche di rilassamento, e uno speciale yoga per la bocca. Gli esercizi che possono attenuare i sovraccarichi della dentatura hanno lo scopo di inibire l’automatismo che induce al digrignamento. Occorre rilassare la muscolatura, posizionare la lingua sul palato e mantenere le labbra socchiuse e i denti separati per una distanza di un centimetro ed eseguire piccoli movimenti di apertura/chiusura per 20 volte. Si può anche tenere tra i denti una guarnizione di silicone, che bisogna cercare di non mordere, molto utile in quanto, se stiamo stringendo i denti, ci ricorda di non farlo.
Fonti / Bibliografia
- Giuseppe Cicero: dalla laurea a “Tor Vergata” alla rivista “Forbes” come ricercatore “Under 30”Le congratulazioni del Rettore per il giovane odontoiatra che ricostruisce i denti con la stampa 3D