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Una dieta equilibrata che consenta di rimanere in peso forma, con particolare attenzione alla silhouette dell’addome: contro il tumore al seno – big killer numero 1 del genere femminile, che fa registrare circa 50 mila nuovi casi ogni anno – bisogna prestare particolare attenzione alla forma fisica. Se la causa originaria della malattia non è ancora conosciuta, infatti, il sovrappeso e l’obesità risultano essere però tra i fattori di rischio più noti.
Occhio a peso e girovita abbondante
Diversi studi hanno messo in evidenza, negli anni, il ruolo giocato dall’aumento di peso e dall’obesità nell’insorgenza del tumore al seno. Una recente ricerca pubblicata sulla rivista medica Nature Communications ha confermato in particolare la funzione del grasso addominale come fattore predittivo di questa neoplasia. Dopo aver esaminato l’indice di massa corporea (Imc) e la circonferenza addominale di oltre ventiseimila persone, dallo studio è emerso che gli uomini e le donne con Imc superiore a 30 (e considerati quindi obesi) avevano rispettivamente il 33% e il 22% di rischio aumentato di ammalarsi di cancro (al colon-retto, all’endometrio, all’esofago, alla cistifellea, al pancreas, ai reni e al seno) rispetto alle persone con peso nella norma, e percentuali molto simili sono state osservate – tanto negli uomini quanto nelle donne – relativamente a coloro che avevano una circonferenza vita oltre le misure raccomandate dalle Linee guida.
Anche pochi chi in più possono essere pericolosi
Che l’aumento di peso sia un fattore di rischio importante nell’insorgenza del tumore al seno è stato di recente sulla rivista Jama Oncology: condotta su quasi 3.500 donne in peso forma, la ricerca ha messo in evidenza che in particolare dopo la menopausa un aumento di peso anche contenuto (5 chili) risulta associato a un rischio maggiore di sviluppare forme aggressive di tumore al seno. I ricercatori hanno inoltre rilevato che la localizzazione dell’adipe in eccesso può fare la differenza: quando la localizzazione era sul tronco, infatti, il pericolo aumentava fino al 56%, con particolare incidenza delle forme più invasive. “Questo significa – spiega Maurizio Muscaritoli, presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica e del Metabolismo – che nei nostri studi dobbiamo estendere l’attenzione anche a forme di sovrappeso lieve e alla localizzazione del tessuto adiposo, che funziona da vero e proprio innesco per la malattia tumorale”.