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Un introito di vitamina C pari e quello di 2.000 arance al giorno per almeno due settimane: questo il trattamento per combattere i tumori testato dai ricercatori dell‘Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) di Candiolo e pubblicato su “Science Transletional Medicine”. Una dose massiccia di vitamina C permette, infatti, di riattivare il sistema immunitario, così da contrastare la crescita dei tumori. Un trattamento d’urto che potenzia l’effetto dell’immunoterapia e, contemporaneamente, limita gli effetti collaterali dei farmaci inibitori dei checkpoint.
La vitamina C torna centrale
Specializzato nella cura e nel trattamento delle patologie oncologiche, l’Irccs di Candiolo ha recentemente raggiunto incoraggianti risultati nella cura dei tumori attraverso l’utilizzo della vitamina C. Come sottolinea Alberto Bardelli, direttore del Laboratorio di Oncologia molecolare presso l’Istituto di Candiolo e docente di Oncologia dell’Università di Torino, si tratta di una riscoperta. In passato, infatti, la vitamina C era già stata utilizzata nella lotta ai tumori con risultati positivi, ma mai adeguatamente comprovati. Una mancanza che ha spinto la comunità scientifica ad abbandonare gli studi circa gli effetti della vitamina C sui tumori.
Un meccanismo complesso
Normalmente, i tumori si curano attivando i cosiddetti checkpoint, veri e propri freni molecolari che tengono sotto controllo il sistema immunitario, bloccando azioni di difesa eccessive, che potrebbero danneggiare i tessuti o provocare malattie autoimmuni. I farmaci inibitori utilizzati per lotta al cancro disattivano i checkpoint, aumentando la risposta immunitaria dell’organismo e la sua capacità di combattere i tumori. Attraverso questa azione, però, non si limitano gli effetti collaterali legati proprio alla mancanza di freni al sistema immunitario.
Lo studio in laboratorio
Lavorando su cavie con tumori alla mammella, al colon-retto, al pancreas o melanomi, sottoposti o no a immunoterapia oncologica, gli studiosi dell’Istituto torinese hanno scoperto le qualità benefiche della vitamina C. Scoperte recenti hanno evidenziato come la vitamina C somministrata per via orale non venga assorbita dall’intestino in dosi tali da svolgere un’azione antitumorale. I ricercatori dell’Irccs di Candiolo hanno così deciso di aggirare il problema somministrando dosi massicce di vitamnia C direttamente nel peritoneo delle cavie. In questo modo, la vitamina C ha evidenziato tutte le sua capacità di attivare i linfociti T per rispondere al meglio la tumore e rallentarne di molto la crescita.
Le potenzialità dell’immunoterapia
Questi risultati, spiega Federica Di Nicolantonio, professore associato all’Università di Torino e capo del Laboratorio di Epigenetica del cancro dell’Irccs di Candiolo, corroborano le tesi per cui la possibile azione antitumorale della vitamina C derivi dalla sua influenza positiva sul sistema immunitario. Da qui, si è cercato di comprendere la reale portata dell’effetto benefico della vitamina C anche sotto cure di immunoterapia. Sono stati dunque somministrati due farmaci inibitori dei checkpoint, già utilizzati ma con frequenti effetti collaterali e, a essi, è stata affiancata la maxi dose di vitamina C.
Risultati incoraggianti, ma da approfondire
I risultati ottenuti sulle cavie evidenziano come questa duplice azione abbia potenziato l’efficacia degli inibitori, rallentando contemporaneamente la crescita dei tumori e, in alcuni casi di animali con tumore al seno, arrivando addirittura a una regressione totale del cancro. Ovviamente, sottolinea Bardelli, si tratta ancora di test pre-clinici, ma i dati sono incoraggianti e, se confermati anche sull’uomo, potrebbero influenzare i processi di cura delle malattie oncologiche rendendo le iniziezioni di vitamina C una prassi da affiancare all’immunoterapia.
Fonti / Bibliografia
- IRCCS Istituto Candiolo Centro Oncologico d'EccellenzaL'Istituto di Candiolo è un centro oncologico di riferimento nazionale e internazionale per la diagnosi, cura, prevenzione e ricerca nell'ambito dei tumori.
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