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Finalmente una buona notizia per gli italiani sul fronte della salute. Uno dei nemici più temibili per il sistema cardiovascolare, e non solo, il colesterolo, sembra un po’ meno diffuso fra la popolazione. Infatti, se 40 anni fa l’Italia era il 30° Paese al mondo per livello di colesterolo cattivo nelle donne, ora è sceso all’80° posto. Per gli uomini il calo stato è minore, ma comunque significativo: nel lasso di tempo considerato siamo comunque passati dal 21° posto al 43° posto. A dirlo una classifica sui valori internazionali di ben 200 Paesi stilata da un gruppo internazionale di studio coordinato dall’Imperial College di Londra.
Un grasso presente in tutto l’organismo
Il colesterolo è un tipo di grasso che circola nel sangue grazie a specifiche particelle di trasporto, le lipoproteine. Le più note sono le Ldl() o lipoproteine a bassa densità e le Hdl o lipoproteine ad alta densità. Le prime rappresentano il cosiddetto “colesterolo cattivo” che viene trasportato ai vari organi: se è in eccesso, tende ad accumularsi nelle pareti dei vasi arteriosi, formando ispessimenti e placche, che ostacolano la circolazione sanguigna. Il secondo, invece, è il cosiddetto “colesterolo buono”.
Com’è cambiata la situazione negli anni
Nel 1980 il livello medio di colesterolo Ldl nelle donne era pari 162.16 mg/dl (milligrammi per decilitro di sangue). Oggi, invece, è sceso (dati del 2018) a 131.27 md/dl. I Paesi più a rischio da questo punto di vista sono quelli asiatici. La classifica, infatti, vede al primo posto Tokelau, seguito da Malaysia, Filippine, Guiana, Thailandia, Isole Salomone, Myanmar, Samoa, Ecuador e Indonesia. Nel 1980 la classifica, invece, dietro a Singapore, c’erano Malta, Svezia, Groenlandia, Belgio, Israele, Norvegia, Andorra, Finlandia, Islanda.
In Italia, la situazione è migliorata anche per gli uomini. Nel 1980 il livello medio di colesterolo Ldl era 177.61 mg/dl, nel 2018 139 mg/dl. In questi 38 anni la classifica è cambiata molto. Oggi in vetta ci sono Malaysia, Tokelau, Thailandia, Libano, Filippine, Brunei, Serbia, Tonga, Lituania e Lettonia. Nel 1980, invece, i primi 10 paesi erano Malta, Finlandia, Andorra, Groenlandia, Svizzera, Norvegia, Belgio, Svezia, Israele e Islanda.
Merito dei farmaci e dello stile di vita
“Per la prima volta, i livelli più alti di colesterolo non Hdl sono al di fuori del mondo occidentale” hanno commentato gli esperti. Da una parte, significa che lo stile di vita occidentale sta migliorando: oggi si mangia meglio e si presta più attenzione ai fattori di rischio. Dall’altra parte, però, questo miglioramento è da ricollegare all’uso delle statine, classe di farmaci anti-colesterolo non ancora molto usata nei Paesi a basso e medio reddito.
Fonti / Bibliografia
- Cholesterol levels dropping in Western nations – but rising in Asia | Imperial News | Imperial College LondonCHOLESTEROL WARNING - Cholesterol levels are declining sharply in Western nations, but rising in low- and middle-income nations – particularly in Asia.