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I valori-limite del colesterolo cattivo consentiti sono sempre più bassi. Secondo le nuove indicazioni mediche, una persona in salute non dovrebbe avere nell’organismo livelli di colesterolo cattivo (o Ldl, Low density lipoprotein) che superino i 100 milligrammi per decilitro (mg/dl) di sangue, mentre le persone a rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari non dovrebbero mai oltrepassare la soglia dei 70 mg per decilitro. I nuovi parametri sono stati comunicati nel corso del XI Congresso annuale della Società italiana di terapia clinica e sperimentale (SITeCS) e del Congresso regionale lombardo della Società italiana per lo studio dell’aterosclerosi (Sisa), e aggiornano quanto stabilito l’anno scorso dalla Società europea di cardiologia, che aveva raccomandato ai soggetti ad alto rischio di mantenersi al di sotto dei 100 mg/dl.
Abbassarlo si può
A dare la notizia è stato Alberico Catapano, professore ordinario all’Università di Milano, che precisa: “Contrariamente a quanto si credeva fino ad oggi, il colesterolo cattivo può essere portato a livelli davvero bassi, soprattutto per i soggetti che hanno un rischio cardiovascolare elevato: scendere a valori sotto i 50 mg/dl porta a benefici cardiovascolari ulteriori senza alcun effetto avverso identificabile”.
“Buono” alto non serve a niente
Le novità non riguardano solo l’abbassamento dei livelli massimi consentiti del colesterolo cattivo. Sembra infatti, non serva a nulla aumentarne la quantità nel sangue del colesterolo buono (o Hdl, High density lipoprotein), a differenza di quanto ritenuto finora. “I risultati recenti di studi pubblicati sulle riviste scientifiche New England Journal of Medicine e Jama a fine agosto 2017 – precisa Catapano – concludono che il colesterolo buono o Hdl è un indicatore neutro, e aumentarlo non apporta reali benefici”.