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Per molto tempo si è pensato che avere il colesterolo buono alto nel sangue fosse protettivo per le arterie, ma sembra che non sia così. Secondo uno studio Usa, quando supera i valori di 60 mg/dL rappresenta un fattore di rischio per infarto e altre malattie di cuore. Per questa ragione va tenuto sotto controllo al pari di quello cattivo (Ldl).
Due tipi di colesterolo
Il colesterolo è un grasso di colore biancastro, di consistenza simile alla cera, indispensabile per la formazione delle membrane delle cellule. Aiuta a costituire la bile ed è coinvolto nella sintesi della vitamina D, oltre che a formare importanti ormoni. Viene in parte prodotto dall’organismo e in parte è introdotto con il cibo.
Nel sangue viene trasportato da specifiche lipoproteine, che possono essere a bassa densità o Ldl e ad alta densità o Hdl. Le lipoproteine Ldl trasportano il colesterolo ovunque serva, ma si tratta di particelle molto piccole, quindi riescono ad attraversare la parete dei vasi sanguigni.
Se la quantità di colesterolo Ldl è eccessiva, questo grasso si deposita sulle pareti interne delle arterie, dando origine alla placca aterosclerotica.
Ecco perché si è soliti dire che la frazione di colesterolo associato alle Ldl è “cattivo”. In realtà è dannoso solo quando è in quantità eccessive.
Le lipoproteine Hdl, invece, sono più pesanti, quindi agiscono come “spazzine” delle arterie, rimuovendo i depositi di colesterolo e riportandoli al fegato dove vengono smaltiti con la bile.
I giusti livelli
Poiché il colesterolo più pericoloso per le arterie è l’Ldl, è importante controllare il valore soprattutto di questo tipo. Livelli sotto i 130 mg/dl sono considerati ideali, tra 130-160 mg/dl accettabili costituendo i valori medi della popolazione italiana (paese a basso rischio secondo le linee guida Europee). Sono considerati, invece, pericolosi livelli superiori a 190 mg/dl.
Per quanto riguarda il colesterolo Hdl, “buono” perché ha un effetto protettivo, il livello dovrebbe essere preferibilmente nell’uomo sopra 40 mg/dl e nella donna oltre i 50 mg/dl. Ma anche il livello di colesterolo buono alto, quando è troppo, non va bene, nemmeno se si tratta di questo colesterolo “amico”.
I rischi quando l’Hdl è troppo
Uno studio americano presentato al Congresso della Società europea di cardiologia, infatti, proverebbe che il colesterolo Hdl è protettivo, ma solo se si mantiene entro ragionevoli livelli. Quindi non è vero che, più colesterolo buono alto si ha, più il cuore è protetto.
In particolare, gli esperti della Emory University School of Medicine di Atlanta negli Usa, che hanno condotto lo studio hanno dimostrato che quando si superano i 60 milligrammi per decilitro di sangue, il rischio di un infarto aumenta del 50 per cento circa rispetto a quando i valori sono compresi fra 41 e 60 mg/dL.
Sono state arruolate circa 6000 persone (un terzo delle quali donne) con età media 63 anni e quasi tutti con problemi di cuore. I soggetti sono stati seguiti per alcuni anni e sono stati registrati i loro livelli di colesterolo e gli eventuali disturbi. Le persone con colesterolo Hdl compreso tra 41 e 60 mg/dL sono risultati essere a rischio minore, mentre le probabilità di infarto o di morte erano aumentate sia tra coloro che avevano livelli bassi di Hdl (sotto ai 41 mg/dL) sia tra chi li aveva molto elevati (sopra ai 60 mg/dL). È possibile che quando l’Hdl è troppo elevato diventi “disfunzionale” e invece che essere protettivo rappresenti un ulteriore fattore di rischio per il cuore.
Fonti / Bibliografia
- Colesterolemia
- Too much of a good thing? Very high levels of “good” cholesterol may be harmfulYour access to the latest cardiovascular news, science, tools and resources.