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La clamidia è un’infezione pericolosa, soprattutto per le donne. Causata da un batterio Gram-negativo, si trasmette per via sessuale e in genere non presenta sintomi: solo talvolta può provocare lievi bruciori e prurito nella donna e secrezioni dall’uretra nell’uomo. È una malattia molto diffusa: tra il 2005 e il 2014 sono stati registrati ben 3,2 milioni di casi, mentre il tasso di infezione è cresciuto del 5% tra il 2010 e il 2014. I più colpiti sono i giovani.
Nuove Linee guida
Per promuovere nuove strategie utili a contrastare la clamidia sono state diffuse delle nuove Linee guida europee, Guidance on chlamydia control in Europe, sviluppate da un gruppo di esperti e pubblicate dall’European center for disease control (Ecdc) per aggiornare quelle del 2009. Nonostante siano aumentate negli ultimi anni le attività di prevenzione e controllo, questa malattia è ancora molto diffusa e così gli specialisti hanno deciso di divulgare nuove metodologie per arginare questo problema di salute pubblica: attraverso l’educazione nelle scuole, la distribuzione del preservativo, campagne di informazione, la diffusione del test tra le persone a rischio.
Conseguenze sulla fertilità
Spesso asintomatica, la clamidia se non è curata in tempo può causare gravi danni, anche irreversibili, agli organi riproduttivi, in particolare nella donna. Possono, infatti, insorgere problemi alle tube di Falloppio, una malattia infiammatoria pelvica, una Gravidanza extrauterina, infertilità. Ma anche nell’uomo può provocare infezioni dell’epididimo (il tubicino situato nello scroto, sul testicolo, che consente il passaggio dello sperma), un danno ai testicoli, infezioni alla prostata. La clamidia, quindi, è un’infezione pericolosa e non solo per le donne.
Come avviene il contagio
La clamidia si trasmette principalmente attraverso rapporti sessuali vaginali, anali e orali non protetti, ma anche da madre a figlio. Una donna infetta in gravidanza può, infatti, durante il parto, trasmettere al neonato l’infezione che si manifesta sotto forma di un’infiammazione agli occhi e all’apparato respiratorio. Per la diagnosi oggi si utilizzano vari test basati sulla ricerca degli antigeni o del Dna del batterio. La clamidia, quindi, è un’infezione pericolosa soprattutto per le donne ma si può curare efficacemente con gli antibiotici. Assumere la terapia non appena viene diagnosticata, seguendo con precisione e regolarità le indicazioni del medico, è fondamentale per evitare complicanze. È molto importante anche trattare i partner avuti fino a due mesi prima della diagnosi per evitare la diffusione della malattia. Tutt’oggi non esiste un vaccino contro la clamidia e, una volta guariti, ci si può infettare di nuovo.