C’è una nuova cura contro virus e batteri… la felicità!!!

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 01/09/2017 Aggiornato il 01/09/2017

La dopamina, chiamata anche "molecola della felicità", ha un ruolo chiave anche come regista del sistema immunitario nella lotta contro virus e batteri

C’è una nuova cura contro virus e batteri… la felicità!!!

La felicità migliora la salute. “È tutta una questione di testa” oppure “il corpo soffre se la mente non sta bene”: quante volte si sono ascoltate o lette affermazioni che fanno riferimento a un legame stretto tra benessere psichico e benessere fisico? Gli studiosi che si stanno spendendo per indagare questo complesso rapporto sono diversi; ora una conferma che alla base di queste argomentazioni ci sia del vero arriva da uno studio italo-australiano che ha messo in evidenza come la felicità sia in grado di facilitare il lavoro del sistema immunitario aiutandolo a mettere ko virus e batteri, contribuendo così al benessere psicofisico dell’individuo.

La molecola dal ruolo chiave

Secondo lo studio pubblicato su Nature e coordinato per l’Irccs ospedale San Raffaele di Milano da Claudio Doglioni, direttore dell’Unità di Anatomia e Istologia patologica e professore dell’università Vita-Salute, e per l’Australian National University di Canberral da Carola Vinuesa, direttrice del Dipartimento di Immunologia, ad avere un ruolo chiave come ‘regista’ del sistema immunitario nella lotta contro virus e batteri sarebbe la dopamina, un neurotrasmettitore che permette la comunicazione tra le cellule nervose già noto per ricoprire un ruolo centrale nei meccanismi di motivazione e gratificazione, tanto da venire comunemente chiamata “molecola della felicità”. 

Non solo neuroni

Lo studio dimostra che, proprio come accade tra i neuroni, anche alcuni tipi di cellule del sistema immunitario usano la dopamina per comunicare fra loro e accelerare la produzione di anticorpi in caso di infezione. Il lavoro, pubblicato su ‘Nature’, getta luce sullo studio di nuove terapie contro le malattie infettive e autoimmuni.

Comunicazione più veloce

Come spiega Maurilio Ponzoni dell’università Vita-Salute San Raffaele, coautore dello studio, “usare la dopamina come molecola-segnale permette una comunicazione più veloce di quella che avviene in genere tra le cellule del sistema immunitario”. E “l’impiego di una tecnica di comunicazione più veloce – conclude Ilenia Papa, primo autore dell’articolo, che dopo aver lavorato al San Raffaele si è trasferita all’università di Canberra – costituisce un chiaro vantaggio evolutivo, ovvero maggiore rapidità nella produzione di anticorpi contro un’infezione”.

 

 

 
 
 

Da sapere

 

NUOVE CURE ALL’ORIZZONTE

La descrizione del meccanismo di funzionamento della dopamina all’interno del sistema immunitario apre la strada allo sviluppo di terapie che riescano a rallentare o accelerare la risposta degli anticorpi, con potenziali applicazioni che vanno dal campo delle malattie autoimmuni a quello delle malattie infettive.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Cardirene a inizio gravidanza: serve davvero?

06/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il netto beneficio dell'assunzione di acido acetilsalicilico a sostegno della gravidanza non è del tutto conosciuto, tuttavia il trattamento può essere di aiuto nel ridurre la maggior frequenza di complicanze gestazionali in determinati casi.  »

Colichette in un lattantino: meglio dargli il latte senza lattosio?

06/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

Le colichette sono più o meno presneti in tutti i lattanti a partire dalle tre-quattro settimane di vita, dopodiché tendono a scomparire spontaneamente dopo i tre-quattro mesi di vita. Le manifestazioni che le caratterizzano non sono preoccupanti e non richiedono alcun tipo di intervento.   »

Bimba di sei mesi che non vuole la pappa: che fare?

04/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

All'inizio dello svezzamento non è raro che il bambino si dimostri diffidente o, addirittura, ostile nei confronti dei cibi nuovi. Per aiutarlo ad apprezzarli occorrono pazienza e qualche piccola strategia.   »

Fai la tua domanda agli specialisti