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prurito intenso, perdite biancastre, rossore e gonfiore sono alcuni dei sintomi più comuni della Candida, un fungo che s’insinua nelle mucose vaginali. Due donne su tre hanno avuto un episodio di candidosi vaginale nella vita, secondo le stime del Ministero della Salute. Altre volte, invece, il fungo non dà sintomi e vive in equilibrio con altri germi e batteri. Che cosa fa scattare la differenza?
Quando diventa infettiva
Alcuni ricercatori dell’università di Aberdeen, in Scozia, hanno identificato un meccanismo mediante il quale la Candida diventa infettiva. Il fungo, in alcuni casi, ha la capacità di cambiare forma, passando dall’innocua modalità a “sferette” alle “ife” allungate che danno vita a colonie infettive. Il sistema immunitario è di norma in grado di mantenere sotto controllo la Candida, che vive in colonie dove si trova in forma sferica; se però il sistema immunitario è indebolito, per esempio dopo una terapia antibiotica(), il fungo cambia forma e inizia a produrre filamenti, le ife appunto, che gli permettono di penetrare nei tessuti, dando luogo a un’infezione locale.
La molecola responsabile
Tina Bedekovic della Society for experimental biology, ha scoperto che il passaggio è controllato da una molecola, Rsr1, che guida la crescita delle “ife” per favorire l’invasione delle mucose. “Senza Rsr1 la capacità della Candida di provocare infezioni è molto ridotta; averla identificata significa poter sperare di trovare farmaci in grado di bloccarla selettivamente – spiega Bedekovic. Nell’attesa è importante riconoscere i sintomi della candidosi vaginale e intervenire per risolverla, soprattutto per evitare che diventi cronica”.
Una “conoscenza” per molte
Sono tantissime le donne che convivono con la Candida. Il fungo si annida nelle mucose vaginali, in alcuni casi non dando alcun disturbo. Ma oltre il 30% delle donne ha avuto un episodio di candidosi vaginale che si manifesta con bruciore, prurito e gonfiore. Il 4-5 per cento di esse sviluppa forme ricorrenti difficili da curare. “In alcuni casi ci sono anche micro-fessurazioni della mucosa – spiega Filippo Murina, responsabile del Servizio di patologia vulvare all’Ospedale Buzzi di Milano –. Con una corretta diagnosi si può adottare una terapia, che grazie a ovuli o creme vaginali, applicati per tre o quattro giorni risolvono il problema”.
Ridurre gli zuccheri
Per evitare che la candidosi diventi ricorrente, è fondamentale rendere l’ambiente vaginale non adatto al fungo. La regola d’oro è evitare di consumare troppi zuccheri. “Il serbatoio del fungo è l’intestino e se siassumono molti zuccheri e carboidrati, si favorisce la sua proliferazione e il suo passaggio verso la vagina – spiega Francesco De Seta dell’Ospedale materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste -. Anche la stitichezza facilita le recidive di Candida, che sono più frequenti anche in chi soffre di diabete”.
In breve
L’adozione di alcune norme igieniche può essere utile per prevenire l’infezione da Candida a livello cutaneo, per esempio evitando il contatto prolungato con tessuti sintetici che possono ostacolare la traspirazione della pelle, e non esagerando con prodotti per l’igiene intima che possono alterare il pH vaginale. È buona norma anche usare il preservativo durante i rapporti sessuali.