Argomenti trattati
La diagnosi precoce rimane a tutt’oggi una delle armi più potenti nei confronti del cancro. I controlli, come la mammografia e l’ecografia alle mammelle, così come l’autopalpazione, sono di grande aiuto per scoprire il prima possibile la presenza di un cancro al seno; esiste, però, anche un test che può predirlo ancora prima che si sia formata la prima cellula cancerogena.
Un mix di ereditarietà e casualità
Il cancro è una malattia dovuta alla crescita di cellule anomale che tendono a eliminare le cellule sane, fino a causare la distruzione dell’organo o del tessuto in cui si sviluppano. All’origine c’è un’alterazione del Dna (acido desossiribonucleico), la proteina che contiene i geni umani, piccolissime strutture che trasmettono tutte le informazioni utili allo sviluppo e alla sopravvivenza delle cellule dell’organismo. Le mutazioni del Dna possono essere conseguenza della trasmissione ereditaria di geni alterati oppure possono essere indotte da fattori esterni, per esempio fumo di sigaretta, alcuni tipi di virus (il papilloma, per esempio), inquinamento ambientale, alimentazione ad alto contenuto di cibi grassi e raffinati. Per quanto riguarda le mutazioni genetiche ereditarie che causano il cancro al seno e alle ovaie, tra i geni noti che spesso ne sono responsabili ci sono il Brca 1 e 2. Un test specifico che si esegue mediante un prelievo di sangue evidenzia la presenza dei geni alterati.
Chi dovrebbe fare il test
Dovrebbero eseguire il test tutte le donne colpite da alcune particolari forme di tumore ovarico o da carcinoma della mammella, in quanto sapere l’origine della malattia serve a orientare la terapia. Anche chi ha forte famigliarità per questi tumori dovrebbe sottoporsi al test perché conoscere il rischio suggerisce di sottoporsi ai controlli con maggiore frequenza e puntualità o di compiere eventualmente scelte estremamente drastiche, come nel caso di Angelina Jolie che si è sottoposta all’asportazione di mammelle, delle ovaie e delle tube. In Italia, non di rado si disattende invece l’indicazione: il test sulle mutazioni genetiche viene infatti prescritto solo a una donna su tre tra quelle che dovrebbero eseguirlo.