Cancro al seno: attenzione alle carni lavorate

Silvia Camarda A cura di Silvia Camarda Pubblicato il 10/12/2018 Aggiornato il 10/12/2018

Sembra confermata una correlazione tra il consumo regolare di carni lavorate e rischio aumentato di cancro al seno. Ecco perché

Cancro al seno: attenzione alle carni lavorate

Mangiare regolarmente carni lavorate, come insaccati e salsicce, può aumentare il rischio di cancro al seno. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori dell’Harvard TH Chan’s School of Pubblic Health di Boston (Statin Uniti), a seguito di uno studio internazionale pubblicato sull’autorevole rivista International Journal of Cancer.

Il legame tra alimentazione e cancro

Che l’assunzione di carne rossa sia associata al carcinoma alla mammella è il risultato di una ricerca condotta su 16 studi precedenti che avevano valutato se potesse esistere un legame tra alimentazione e tumore. Alla luce dell’analisi si è scoperto che un elevato consumo di carne lavorata (in media da 25 a 30 grammi al giorno) è associato a un rischio più alto del 9% di sviluppare il cancro al seno rispetto all’assunzione di quantità inferiore (da 0 a 2 grammi al giorno).

Le regole di prevenzione

Già in passato era stata dimostrata una relazione tra aumento del rischio di alcuni tipi di tumore e consumo di carne lavorata, quindi questa nuova metanalisi è un’ulteriore conferma, oltre che una raccomandazione a ridurre il consumo di carne lavorata per favorire la prevenzione del cancro al seno, dichiara la dottoressa Farvid, responsabile dello studio.

 

 
 
 

Da sapere!

L’Organizzazione mondiale della sanità ha incluso le carni trasformate nel gruppo 1 delle sostanze cancerogene, cioè sostanze per cui è stata stabilita una correlazione con lo sviluppo dei tumori al colon-retto, pancreas e carcinoma, mentre la carne rossa nel gruppo 2A, cioè come probabile cancerogeno.

 

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