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Secondo l’andrologo Carlo Foresta, professore dell’università di Padova, che ha reso noti i risultati dell’ultimo studio della Fondazione Foresta di Padova, ottenuti incrociando i dati dell’Airtum (Associazione italiana registri tumori) con quelli provenienti da analoghi centri di raccolta del Nord Europa, l’incidenza del cancro ai testicoli aumenta del 2% all’anno nel nostro Paese.
Diagnosi in continua crescita al Nord
Gli ultimi dati riportano una continua crescita di tumori testicolari, con 2.400 nuovi casi l’anno. Esiste una variazione geografica che, da sud a nord, rivela un aumento del cancro ai testicoli in Italia. Nel Veneto si registra l’incremento più rilevante, che supera la media nazionale ma anche quella dei Paesi scandinavi, considerati fino ad oggi quelli a più alta incidenza per questo tipo di tumore. Qui l’incidenza sale a 8,3 casi su 100 mila e diventa ancora più elevata considerando solo la popolazione degli under 50. Quali siano le cause di questa tendenza non è ancora dimostrato, ma è innegabile una relazione tra le alterazioni della funzione testicolare e il forte inquinamento ambientale, come già documentato nei Paesi scandinavi.
Poca informazione e prevenzione
Il problema è che il maschio non si cura e non fa prevenzione, a differenza della donna; inoltre non si effettuano adeguate campagne di informazione e di screening, a differenza di quanto accade per altri tumori, come per esempio quello del collo dell’utero() che, proprio grazie alla continua proposta di screening, ha visto una netta riduzione. Nella donna i tumori all’apparato riproduttivo, infatti, stanno diminuendo, mentre quelli dell’uomo aumentano. I motivi sono molti, tra tutti la scarsa attenzione che il maschio ha per la propria salute. Fare prevenzione significa permettere di ridurre il rischio di sviluppare delle malattie eliminando i fattori all’origine, identificandole precocemente in modo da poter intervenire al più presto e consentire maggiori probabilità di guarigione. Il risultato quindi non è solo la riduzione del rischio di ammalarsi, ma anche una migliore fertilità.