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I calcoli biliari, che si formano cioè nella colecisti (o cistifellea), e quelli del fegato sono piccoli cristalli di colesterolo che si ingrandiscono fino a diventare dei piccoli sassolini. E questo si sapeva. Quello che era meno noto, invece, è che colpiscono in prevalenza le donne e le persone in età avanzata. Secondo le stime, solo il 20% dei pazienti con un singolo calcolo va incontro a una colica biliare nell’arco della vita, nel resto dei casi i calcoli biliari possono rimanere non diagnosticati o sono identificati casualmente quando si esegue un’ecografia all’addome.
Come si formano i calcoli
La formazione dei calcoli del fegato trae origine dalla bile, il liquido contenuto nella cistifellea che aiuta la digestione dei grassi, dove il colesterolo tende ad aggregarsi in formazioni sempre più grandi. Il processo della loro formazione lo spiega il professor Mario Rizzetto, ordinario di gastroenterologia all’Università di Torino. “Il colesterolo è normalmente mantenuto in soluzione nella bile grazie alla presenza di acidi e sali biliari. Quando si crea uno squilibrio tra questi composti, il colesterolo precipita, si aggrega e si formano i calcoli”.
I fattori di rischio
Predisposizione genetica e presenza di alcuni fattori di rischio determinanti, come l’obesità, l’età avanzata e il sesso femminile, sono riconducibili alla loro manifestazione. Anche alcune cattive abitudini incidono, come digiunare o fare un unico abbondante pasto nell’arco della giornata, favorendo così l’eccessivo ristagno del liquido biliare nella cistifellea.
Quando bisogna operare
Osservare e attendere è la “filosofia” dei medici, rispetto alla necessità o meno di intervenire chirurgicamente. In genere, se il calcolo non dà sintomi, la persona sta bene e non ha particolari fattori di rischio, l’indicazione dei medici è quella di tenere i calcoli semplicemente sotto controllo. Viceversa, vanno rimossi mediante la colecistectomia, ovvero l’asportazione della colecisti. “In base alle statistiche, se il calcolo ha già manifestato la sua presenza scatenando una colica – conclude Rizzetto – le probabilità che questa si presenti ancora salgono al 50-60%: in questi casi o in presenza di altre complicanze, come diabete o familiarità del cancro alle vie biliari, può rendersi necessaria l’operazione chirurgica di asportazione della colecisti, effettuata per via laparoscopica attraverso tre piccoli fori praticati sull’addome del paziente”.