Caffè: elisir di lunga vita

Silvia Camarda A cura di Silvia Camarda Pubblicato il 10/09/2018 Aggiornato il 10/09/2018

Bere il caffè sembra avete effetti positivi sulla longevità, anche quando si esagera con le tazzine. Ma non si sa perché

Caffè: elisir di lunga vita

Oltre che essere un gran piacere per molti italiani, bere il caffè sembra avere un bel vantaggio sulla salute: la riduzione della mortalità del 12% anche nei soggetti più sensibili alla caffeina. Secondo un gruppo di ricercatori dello U.S. National Cancer Institute, i benefici non vengono meno anche quando se ne consuma tanto.

Lo studio durato 10 anni

Pubblicato sulla rivista Lancet Internal Medicine, lo studio è stato condotto su un campione di 500mila britannici che hanno dovuto rispondere a questionari relativi al consumo di caffè e sono stati sottoposti a un test genetico. Il campione è stato seguito per 10 anni, durante i quali sono morti circa 15mila partecipanti.  Un terzo dei partecipanti beveva da due a tre tazze al giorno, mentre 10mila superavano le otto.

Cala la mortalità

L’esperimento ha dimostrato che il minor rischio di morte prematura riguarda tutti i consumatori di caffè, indipendentemente dalla quantità assunta e in chi ha la variante del Dna che rende più lento il metabolismo della caffeina. Poiché però questa bevanda contiene oltre mille composti, compresi gli antiossidanti che proteggono le cellule, al momento gli autori non sono in grado di spiegare come il caffè possa influire sulla longevità. Di sicuro la caffeina non c’entra, visto che ricerche precedenti avevano riscontrato gli stessi effetti anche anche in chi lo beve decaffeinato.

Meglio l’espresso della moka

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, una tazzina di espresso contiene meno caffeina (50 mg in media) di una moka (120 mg), perché nella sua preparazione l’acqua è a una temperatura più bassa e viene a contatto con la polvere  per meno tempo. Il caffè lungo, invece, ha più caffeina di quello ristretto (una tazza di caffè americano ne contiene 100-150 mg), perché la maggiore quantità di acqua impiegata estrae più sostanze, quindi anche caffeina. Di conseguenza l’unico modo per allungare il caffè senza aumentare la caffeina è aggiungere acqua calda alla tazzina di espresso.

 
 
 

Lo sapevi che?

Il caffè aiuta anche la digestione, in quanto esercita un’azione stimolante sulla secrezione gastrica.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti