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Buone notizie per chi ama il caffè: berlo aumenta la soglia del dolore. Lo rivela uno studio condotto dallo psicologo Burel Goodin, della University of Alabama a Birmingham e pubblicato sulla rivista Psychopharmacology, confermando il caffè antidolorifico.
Potere della caffeina
L’esperto ha coinvolto 62 individui e stimato per l’intero campione un consumo medio di caffeina di 170 milligrammi al giorno, pari a circa due tazzine di caffè, sebbene il 15% dei partecipanti consumasse oltre 400 milligrammi al giorno di caffeina. I volontari sono stati stimolati sull’avambraccio con applicazione di calore e pressione a intensità crescenti e decrescenti ed è stato chiesto loro di dire quando il dolore diveniva insopportabile e quando invece tornava a essere tollerabile.
Altri fattori in gioco
Al termine della ricerca i risultati hanno permesso di affermare che, pur tenendo conto di altri fattori che possono influenzare la soglia del dolore (per esempio sesso, consumo di alcolici e fumo), la capacità di sopportazione individuale cresce di pari passo con l’aumento del consumo giornaliero di caffeina, confermando il caffè antidolorifico.
Espresso o americano
Per quanto riguarda la tipologia di caffè, l’espresso, estratto con una forte pressione su una macinatura molto fine, è più corposo del caffè americano, ed è per questo che, a parità di volume, ha una maggiore quantità di caffeina. Tuttavia, se è vero che l’espresso contiene molta più caffeina dell’americano, un espresso contiene, appunto, un’oncia (ossia circa 28 grammi, e quindi la caffeina totale è 30/50mg) mentre un caffè americano si aggira spesso sulle 8 once (quasi 250ml, due tazze da cappuccino) e la caffeina totale lievita a 64/120 mg.