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Purtroppo è una malattia con cui moltissime donne si trovano a dover fare i conti nel corso della propria vita. Il cancro al seno, infatti, rappresenta il tumore più diffuso nel sesso femminile. Ma fortunatamente oggi esiste tutta una serie di armi efficaci per combatterlo. Fra queste ci sono anche le breast unit, ossia le unità senologiche, che secondo i dati ufficiali aumentano del 18% le chance di sopravvivenza delle donne malate.
Centri altamente specializzati
Le breast unit sono reparti dedicati alla diagnosi e alla cura del cancro al seno. In queste unità lavora personale altamente qualificato, con un’esperienza comprovata in questo settore, e sono disponibili tecnologie di ultima generazione, oltre che protocolli terapeutici collaudati e validati dalla letteratura scientifica. Secondo i dati ufficiali, le donne che vengono prese in carico da questi centri ad alta specializzazione hanno il 18% di possibilità in più di sopravvivere alla malattia rispetto a quelle che vengono seguite da équipe non prettamente specializzate.
Un team di sei specialisti
In particolare, le breast unit si caratterizzano per il fatto di occuparsi della donna in modo globale: al loro interno, infatti, lavorano équipe composte da sei specialisti, che insieme possono gestire ogni aspetto della malattia. La paziente, quindi, non è costretta a girare diversi reparti e a rivolgersi a più medici, ma può avere un unico punto di riferimento. Dal momento della diagnosi fino al momento delle terapie, e anche dopo, è seguita sempre dagli stessi specialisti.
In Italia la situazione non è rosea
Purtroppo in Italia non ci sono sufficienti breast unit. Stando alla legge dedicata (una delle più evolute, perlomeno sulla carta), a fine 2016 si sarebbero dovuti avere circa 240 centri specializzati nella cura del cancro al seno su tutto il territorio italiano. A oggi, invece, in metà delle regioni italiane, non sono ancora operativi. Lo dichiara l’associazione Europa Donna attraverso la sua presidente per l’Italia, Rosanna D’Antona: “Se tutte le donne malate venissero curate nelle breast unit, ogni anno nel nostro Paese si potrebbero salvare 2.100 vite. Del resto, nemmeno le dirette interessate conoscono questa opportunità”.
La battaglia di Europa Donna
L’associazione ha, infatti, condotto un’indagine al riguardo, da cui è emerso che ben il 92% delle italiane non sa cosa sia una breast unit, nonostante l’84% di loro abbia vissuto la malattia molto da vicino perché si è ammalata in prima persona o ha visto ammalarsi persone care. Ecco perché l’associazione si sta battendo affinché su tutto il territorio nazionale vengano attivati questi centri altamente specializzati, in grado letteralmente di salvare la vita delle donne.