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Chi non ha mai sofferto di forti mal di testa? Nella maggior parte dei casi si tratta di fenomeni passeggeri ma, a volte, può trattarsi di segnali di un problema cronico che va a interferire con le più semplici attività quotidiane. Oggi, però, l’emicrania si può tenere a bada con il botulino.
Efficace per la cefalea cronica
Un italiano su 6 soffre di mal di testa e uno su 30 subisce le conseguenze di un malessere cronico, arrivando ad affrontare oltre quindici episodi di emicrania in un mese. La soluzione (specie per le donne che sono le più colpite) arriva dal botulino. Che, infatti, non sarebbe solo un alleato antirughe, ma potrebbe aiutare ad alleviare i sintomi dell’emicrania cronica. Lo confermano i risultati di un nuovo studio presentato al II Congresso congiunto Anircef-Sisc (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee-Società italiana per lo studio delle cefalee).
Calma il dolore
“La tossina botulinica è un’ottima terapia per l’emicrania cronica – afferma Pietro Cortelli, responsabile scientifico del Centro cefalee, Irccs Istituto delle scienze neurologiche di Bologna e presidente del congresso -. Uno studio che abbiamo condotto ha dimostrato l’efficacia rispetto al placebo della tossina botulinica di tipo A, una proteina naturale che inibisce la produzione di neurotrasmettitori infiammatori e, quindi, la trasmissione dello stimolo doloroso: un’iniezione nelle zone comprese tra fronte, testa e collo ha dimostrato di essere efficace nella riduzione della percezione del dolore emicranico”. In pratica, bastano piccole iniezioni in determinati punti di botulino per avere dei benefici a lungo termine.
Uso precoce = effetti duraturi
Di recente, la tossina botulinica per il trattamento dell’emicrania cronica è stata inserita nelle Linee guida dell’American academy of neurology. Nel corso del congresso di Bologna è stato presentato lo studio Preempt, che ha coinvolto i maggiori centri italiani che trattano l’emicrania. “Lo studio – spiega Cortelli – ha previsto l’invio di un questionario a circa 100 centri sul territorio italiano, di cui oltre il 70% ha dato risposta. L’idea, al momento, è che molti esperti convengono sul fatto che la terapia con tossina botulinica possa essere impiegata sempre di più come una terapia d’elezione e non solo come terapia di seconda linea, in casi resistenti ad altre terapie farmacologiche, ma anche in casi più precoci. Oggi questa terapia è ancora troppo relegata ai centri di terzo livello (per i casi più complicati), ma l’ipotesi principale è che se l’impiego della tossina botulinica diventasse un presidio terapeutico in una fase più precoce, sarebbe più probabile ipotizzarne un effetto sia più efficace sia più duraturo”.