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Quando si dorme poco e male, la stanchezza fisica è soltanto una delle immediate conseguenze. Infatti, sorgono immediatamente anche malumore, ansia e persino depressione (se il disturbo non viene curato). A sottolineare il legame profondo che corre tra apnee notturne e depressione, è ora uno studio australiano.
Manca ossigeno
Apnee notturne e depressione pare siano legati a doppio filo. Quando si dorme male, respirando in modo scorretto, a risentire della mancanza di ossigeno è anche il cervello. Questo tipo di danneggiamento può causare forme depressive anche gravi. A dimostrare il legame tra apnee notturne e depressione è uno studio australiano.
Un problema frequente
Cosa significa soffrire di apnee notturne? Innanzitutto, si tratta di un disturbo di cui soffre ben il 15% della popolazione di età superiore ai 40. L’apnea notturna è un blocco momentaneo del respiro, con conseguente interruzione dell’apporto di ossigeno all’apparato cardiovascolare. Vi sono individui maggiormente predisposti a questo disturbo, per esempio chi è affetto da sovrappeso, particolare conformazione del palato, deviazione del setto nasale.
Rischi cardiovascolari…
Oltre a compromettere la qualità del sonno, lo studio australiano evidenzia che le apnee notturne danneggiano anche l’intero sistema cardiovascolare predisponendo a un maggior rischio di infarti e ictus. Tutto ciò è correlato agli sbalzi pressori, dovuti appunto alla carenza momentanea di ossigeno.
… e depressione
Oltre a causare sbalzi pressori, le apnee notturne vanno a influire persino sul benessere di cervello e sistema nervoso. Durante questi blocchi respiratori notturni, infatti, l’apporto di ossigeno al cervello si riduce anche del 60% predisponendo sia a sonnolenza diurna sia a un elevato rischio di depressione, anche grave.