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Ogni anno in Europa muoiono 33mila persone a causa dell’antibiotico-resistenza e più di un terzo sono italiani. I superbatteri che non riusciamo a sconfiggere con i farmaci a disposizione stanno diventando una minaccia sempre più pericolosa.
I nuovi superbatteri
Secondo recenti studi, nel 2050 le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici uccideranno più del cancro. Qualunque tipo di infezione, dalle più banali come quelle cutanee o urinarie, a quelle gravi, quali polmoniti e sepsi, può essere causato da batteri. Il dato allarmante è che non è necessario aver abusato di antibiotici; gli esperti spiegano infatti che anche una persona che non abbia mai assunto antibiotici in vita sua corre il rischio di contrarre un’infezione da batteri resistenti. I batteri non conoscono frontiere e le stesse resistenze che si trovano in Europa o negli Stati Uniti si possono evidenziare in villaggi sperduti in Africa e in America Latina, come anche il report dell’Oms dimostra.
Il problema delle infezioni ospedaliere
Nei Paesi dell’Ue si sono verificati 671.689 casi di infezioni da antibiotico-resistenza a cui sono attribuibili 33.000 decessi e quasi 880mila casi di disabilità. Le persone più colpite sono i bambini nei primi mesi di vita e gli anziani. Di queste infezioni il 63% risulta essere correlata all’assistenza sanitaria e sociosanitaria. In Italia, secondo l’Istituto superiore di sanità, su 9 milioni di ricoveri ogni anno si riscontrano da 450mila a 700mila casi di infezioni ospedaliere (5-8% del totale degenti).
Attenzione alla sanificazione
Per combattere le infezioni ospedaliere è importante controllare il tipo di sanificazione effettuato nell’ospedale. Ci sono ormai metodi che risultano più efficaci di altri nel diminuire il rischio. Copma, azienda da sempre attiva nei sistemi di sanificazione e igiene, spiega per esempio che il sistema PCHS, di cui è proprietaria, è un innovativo sistema di pulizia e sanificazione ecosostenibile, basato su soluzioni detergenti microbiche denominato PCHS, che può stabilizzare i patogeni di superficie, senza selezionare specie resistenti agli antibiotici. La ricerca ha dimostrato come l’utilizzo del sistema PCHS nelle strutture ospedaliere possa portare a una significativa diminuzione delle infezioni associate all’assistenza sanitaria, addirittura -52%. La ricerca condotta dal CIAS, università di Ferrara, riporta inoltre una riduzione del 70 – 99,9% dei principali geni di resistenza agli antibiotici e una riduzione del 76% del costo complessivo della terapia antibiotica.
Le cause
Tra le cause principali dell’ antibiotico-resistenza vi è inoltre sicuramente la scarsa tendenza a lavarsi frequentemente le mani. Questa è particolarmente rilevante in Italia, dove l’uso delle soluzioni alcoliche usate come detergenti è tra i più bassi nella Unione Europea. Un altro fattore che influisce sulla diffusione dell’ antibiotico-resistenza, meno controllabile, è l’eccessivo utilizzo degli antibiotici negli allevamenti animali per la prevenzione delle infezioni. Il problema è che le deiezioni animali sono portatrici di batteri farmaco-resistenti che si diffondono nel territorio circostante e anche nelle falde acquifere, nei fiumi e laghi.