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Secondo il primo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) relativo all’ antibiotico-resistenza, nel mondo sono circa 500mila le perone colpite da infezioni che gli antibiotici non riescono a combattere e pare anche che la stima non sia del tutto veritiera. I casi di antibiotico-resistenza potrebbero, infatti, essere molti di più, visto che i dati Oms riguardano solo 22 Paesi. Inoltre, non sono rientrati nel conteggio i casi di resistenza all’antibiotico del Mycobacterium tuberculosis (bacillo di Koch) responsabile della tubercolosi. LaTbc multiresistente rappresenta un rischio importante per gli operatori sanitari.
Un fenomeno pericoloso
Gli antibiotici sono i farmaci che debellano i batteri e, quindi, curano le infezioni di cui questi microrganismi sono responsabili. Alcuni batteri sono naturalmente resistenti a determinati antibiotici (per esempio, tutti i batteri gram-negativi sono resistenti alla vancomicina, che appartiene alla classe dei glicopeptidi), mentre ce ne sono altri di norma vulnerabili nei confronti di particolari antibiotici che, però, possono acquisire la resistenza a essi, ovvero non esserne più sconfitti. La resistenza dei batteri all’azione degli antibiotici è un problema di portata gigantesca visto che annulla l’efficacia dell’unica categoria di farmaci in grado di contrastare infezioni potenzialmente mortali.
I più resistenti
Secondo quanto afferma l’Istituto superiore di sanità, tra i batteri gram-positivi, quelli con maggiore resistenza agli antibiotici sono Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (-oxacillina), gli pneumococchi resistenti ai beta-lattamici e multiresistenti, gli enterococchi vancomicina-resistenti. Tra i gram-negativi, le resistenze principali riguardano le beta-lattamasi a spettro allargato in Klebsiella pneumoniae, Escherichia coli, Proteus mirabilis, la resistenza ad alto livello alle cefalosporine di terza generazione tra le specie di Enterobacter e Citrobacter freundii, le multiresistenze osservate in Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter e Stenotrophomonas maltophilia. Inoltre, a partire dal 1988 negli ospedali americani si sono verificate epidemie di tubercolosi multiresistente agli antibiotici fra sieropositivi. Negli anni Novanta il problema ha iniziato a essere rilevato anche in Europa (Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna).
La divisione in gram
I batteri vengono suddivisi in gram- negativi e gram-positivi, in base alla reazione prodotta dalla loro parete cellulare in seguito al contatto con un particolare colorante utilizzato nei laboratori di analisi. A seconda di questa risposta è possibile stabilire le caratteristiche della parete cellulare del batterio esaminato: questa informazione orienta la scelta dell’antibiotico giusto.