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Il ministero della Salute ha presentato il primo decalogo, realizzato dagli esperti del Gisa, Gruppo italiano per la stewardship antimicrobica che promuove l’uso corretto dell’ antibiotico-resistenza, che ogni anno in Europa causa 4 milioni di infezioni da batteri e 37mila morti. Nelle strutture ospedaliere italiane le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici colpiscono 300 mila pazienti e provocano fino a 7mila morti. Con questi dati l’Italia si colloca è all’ultimo posto in Europa, preceduta soltanto dalla Grecia.
I batteri uccideranno più del cancro
Secondo l’Oms le previsioni non sono rosee. Si stima, infatti, che nel 2050 i decessi per antibiotico-resistenza aumenteranno fino a 10 milioni, più che per il cancro. Giovanni Rezza, direttore del dipartimento delle malattie infettive per l’Istituto superiore di sanità conferma inoltre la mancanza di nuovi antibiotici dovuta alla scarsa ricerca.
Più igiene e meno antibiotici
Preoccupante è anche la situazione soprattutto nei reparti di terapia intensiva, dove basterebbe lavarsi le mani tra una visita e l’altra per garantire una maggiore igiene. Il presidente del Gisa aggiunge anche che “la realtà epidemiologica impone di ridurre l’uso inappropriato di antibiotici, sia nelle persone sia negli animali, il miglioramento della diagnostica microbiologica e le prescrizioni inutili o fai-da-te”.
Una “governance” per il controllo delle infezioni
Gli esperti stanno prendendo in considerazione una procedura per tenere sotto controllo le infezioni, come stabilito in base all’approccio One Health che reputa collegate la tutela della salute umana con quella ambientale e animale. Inoltre, gli studiosi affermano che in alcuni Paesi, gli antibiotici vengono ancora usati per velocizzare la crescita negli animali. All’interno dell’Unione Europea la legislazione è restrittiva, anche se non è così ovunque. In merito all’ antibiotico-resistenza i rappresentanti dell’Ecdc, dell’Ocse e della Fao si sono incontrati per prendere provvedimenti a livello mondiale.