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La toxoplasmosi potrebbe essere uno dei fattori che predispone alla schizofrenia. Lo sostiene uno studio condotto dal Copenhagen University Hospital in Danimarca. Gli autori hanno, infatti, trovato delle associazioni tra l’infezione da Toxoplasma, pericolosa in gravidanza, e una serie di disordini neurologici.
Lo studio su 80.000 persone
I ricercatori hanno esaminato il database di oltre 80mila persone di cui erano disponibili le analisi del sangue, isolando quelle positive per toxoplasmosi e per l’infezione da citomegalovirus. Dall’analisi dei dati è emerso che chi aveva avuto l’infezione da toxoplasma aveva il 50% di probabilità in più di aver ricevuto una diagnosi di schizofrenia. L’esposizione all’altro virus, invece, è risultata associata a una diagnosi di un qualsiasi problema psichiatrico, ma con un aumento del rischio del 17%. “Questo studio – concludono gli autori – è il primo a fornire l’evidenza di una relazione causale tra la toxoplasmosi e la schizofrenia e tra il citomegalovirus e vari problemi psichiatrici”.
Dati ancora da confermare
Benché l’associazione emersa dallo studio sia forte, non c’è ancora una prova definitiva di causalità, dato che non sono stati tenuti presenti fattori in grado di influenzare le probabilità di infezione da patogeni e quelle di disturbi psichiatrici.
I rischi nei 9 mesi
La toxoplasmosi, con la quale ci si può infettare entrando in contatto con le feci dei gatti malati, facendo giardinaggio a mani nude e consumando carne curda o poco cotta e ortaggi crudi provenienti da terreni infetti, è particolarmente pericolosa in gravidanza. La possibilità, infatti, è che il parassita, passando attraverso la placenta, possa infettare il feto, provocando malformazioni nel bambino, aborto spontaneo o morte in utero. Gravi conseguenze che si registrano soprattutto quando il contagio avviene nelle prime settimane di gestazione. Nel corso del terzo trimestre di gravidanza, la malattia si trasmette molto più facilmente: la percentuale di possibilità raggiunge il 70-90% dopo la 30esima settimana, ma nella maggior parte dei casi non si registra alcuna conseguenza.