90.000 morti per inquinamento. Allarme degli pneumologi

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 08/02/2017 Aggiornato il 08/02/2017

Molti pneumologi sono preoccupati per l’elevato tasso di inquinamento. Record negativo in Val Padana. I bambini più esposti ai danni

90.000 morti per inquinamento. Allarme degli pneumologi

Il dodicesimo Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano redatto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha rivelato che il problema della qualità dell’aria nel nostro Paese è rimasto pressoché invariato rispetto al passato, con circa 90mila morti correlate all’ inquinamento.

Il record negativo in Val Padana

La situazione peggiore nella città della Val Padana, in termini di giorni di superamento dei limiti  consentiti per le emissioni di  PM10  e altri inquinanti, anche se questa volta risultano accompagnate da numerosi altri capoluoghi di provincia, fra i quali Napoli, Terni, Frosinone e molti altri.  I danni causati dall’inquinamento colpiscono le strutture del sistema respiratorio, causando diverse patologie croniche come l’asma bronchiale e la Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva), di cui sono affetti circa il 15% degli italiani e molti bambini. Patologie ad elevato impatto sociale ed economico, in continua ascesa. 

Continuo superamento dei limiti

Il professor Roberto W. Dal Negro, responsabile del Cesfar, Centro nazionale studi di farmacoeconomia e farmacoepidemiologia respiratoria, ha sottolineato che nel nostro Paese, per quanto riguarda per esempio le PM10, rispettare il limite previsto dalla legislazione vigente (non più di 35 superamenti in un anno) sia tuttora un traguardo irraggiungibile. Le contro misure si limitano a provvedimenti d’emergenza estemporanei. Non viene programmato nessun provvedimento strutturale e strategico, tantomeno in maniera sinergica fra le varie istituzioni coinvolte.

Troppo traffico e servizi pubblici scadenti

Il problema principale nel nostro Paese è rappresentato  dal consumo di energia, in particolare quella che proviene da fonti fossili (petrolio, gas naturale, carbone). In altri termini, trasporti, usi domestici, industria: la realtà del trasporto merci, di fatto quasi  esclusivamente su gomma e con direttrici stradali e autostradali iperaffollate; la situazione del traffico privato, caotico e in continua crescita, a fronte di trasporti pubblici carenti in molte città italiane; il riscaldamento domestico dove la verifica di conformità degli impianti e delle emissioni non è accurata.

 

 

 
 
 

In breve

NEONATI E BAMBINI RISCHIANO DI PIU’

Le maggiori vittime sono le fasce deboli della popolazione, bambini e anziani. Addirittura i neonati esposti durante la gravidanza a livelli elevati di inquinamento possono presentare uno sviluppo intellettivo rallentato e un quoziente intellettivo più basso. 

 

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