Rientro a lavoro dopo la maternità, come gestirlo

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli Pubblicato il 20/08/2024 Aggiornato il 20/08/2024

Come organizzare il rientro a lavoro dopo la maternità? Si tratta senza dubbio di un momento delicato sia per la mamma che per il bambino, ma ci sono alcuni consigli per poterlo gestire nel modo migliore.

Rientro a lavoro dopo la maternità

Il momento del rientro a lavoro dopo la maternità può essere un passaggio difficile da gestire, in cui entrano in gioco tanti aspetti sia emotivi che organizzativi. Molte neomamme affrontano questa fase con ansia e con qualche senso di colpa dovuto alla necessità di affidare il bimbo ad altre persone per poter ricominciare a lavorare.

Queste emozioni sono normali, ma bisognerebbe cercare di non farsi sopraffare e di ricordare che una mamma serena e soddisfatta della sua vita riuscirà a crescere un bambino felice. È quindi importante affrontare questo passaggio in maniera graduale, prendendosi i propri tempi e scegliendo bene la persona a cui affidare il piccolo, in modo da potersi dedicare con tranquillità al lavoro. Al ritorno dall’ufficio, poi, si potrà instaurare una routine per alimentare il legame tra mamma e bambino, fatta di coccole, attività e momenti speciali.

Come riprendere la vita lavorativa senza ansia

Uno dei problemi da affrontare quando si rientra operativamente nel mondo del lavoro è quello di capire come gestire il bimbo durante gli orari in cui si è sul posto di lavoro. Le soluzioni sono tante: nonni, tate, asilo pubblico o privato… purtroppo non tutte le opzioni sono economiche e spesso ci si trova a considerare l’eventualità di lasciare il lavoro per potersi occupare a tempo pieno del proprio bambino.

Uno dei primi passi da fare è quindi quello di conoscere i proprio diritti in ambito di welfare aziendale: l’applicazione di queste condizioni per le madri dipendenti può facilitare molto il rientro al lavoro delle neomamme. Tra questi diritti ci sono, ad esempio:

  • il congedo parentale, cioè l’astensione facoltativa dei genitori dal lavoro per alcuni mesi, di cui si può usufruire fino ai 12 anni del bimbo. L’assenza può essere richiesta anche a ore;
  • permessi retribuiti per l’allattamento;
  • assenza per malattia del bambino fino ai tre anni di vita del bimbo, anche se questa assenza non è retribuita.

Alcune aziende offrono anche altri tipi di agevolazioni, come ad esempio asili interni, strutture convenzionate oppure la possibilità di lavorare da remoto in smart working.
In ogni caso, il rientro a lavoro dopo la maternità è un momento delicato sia per la mamma che per il bambino, quindi non c’è nulla di male nel cercare il sostegno non solo di persone che possano capire i sentimenti della neomamma, ma anche di psicologi e pediatri che possano dare un valido supporto e preziosi consigli.

Rientro a lavoro dopo la maternità

Foto di Jep Gambardella da Pexels

Imparare a delegare

In un momento tanto delicato, una neomamma non dovrebbe esitare a chiedere aiuto: il partner, i famigliari, gli amici e i colleghi possono non solo offrire un supporto emotivo, ma anche un aiuto pratico per alleviare lo stress e condividere il carico di lavoro. Bisognerebbe abbandonare l’idea di potersi occupare di tutto e al meglio: accettare aiuto non è un sintomo di debolezza o di inadeguatezza, ma piuttosto una dimostrazione di saggezza nel riconoscere i propri limiti. Non esitate quindi a chiedere aiuto alla famiglia per la gestione della casa, la preparazione dei pasti o la gestione del piccolo in alcuni momenti della giornata.

Valutate bene a chi affidare il bambino durante la giornata: che si tratti dei nonni, di una baby-sitter o di un nido, l’importante è che siate serene e sicure della vostra scelta: questo faciliterà il distacco dal bambino che, percependo la tranquillità della mamma, sarà a sua volta più sereno.
Anche sul posto di lavoro, quando è possibile, è importante delegare a colleghi di fiducia e a membri del proprio team le attività che non richiedono il proprio intervento diretto, assicurandosi di dare istruzioni chiare e tutta la disponibilità necessaria per dubbi o chiarimenti.

Riprendersi i propri spazi

Le mamme sono in genere le persone che meglio sanno rispondere ai bisogni del proprio bambino, ma non sono le uniche a poterlo fare. È importante capire che lasciare il bimbo al papà, alla tata o ai nonni per riposare o per concedersi un momento per sé, da dedicare a se stessa e alle proprie passioni, non significa essere una cattiva madre o abbandonare il proprio bambino.

Una mamma serena e soddisfatta della propria vita anche al di fuori delle mura domestiche e con una carriera appagante riuscirà a crescere un bambino più felice! Rinunciare alla propria carriera o alle proprie passioni, di contro, nel lungo periodo potrebbe suscitare una sensazione di frustrazione e di insoddisfazione.

Liberarsi dai sensi di colpa

Un altro ostacolo da superare in occasione del rientro a lavoro dopo la maternità potrebbe essere il senso di colpa: dopo mesi in cui il legame mamma-bambino è stato quasi simbiotico, la necessità di lasciare ad altri il compito di accudirlo potrebbe suscitare sensi di colpa.

Avere questa sensazione è abbastanza normale, ma bisognerebbe cercare di non lasciarsene sopraffare, cercando invece di affrontare il cambiamento con calma e serenità, sapendo che il proprio bimbo è in buone mani. Questa consapevolezza aiuterà a sentirsi più tranquille e a concentrarsi al meglio sul lavoro, realizzando i propri obiettivi professionali. È importante anche non farsi condizionare dalle aspettative o dal giudizio altrui: ogni famiglia è unica e sa cosa è meglio per tutti i suoi membri.

Come gestire il distacco dal bambino

La parola d’ordine, in questo caso, è non avere fretta e prendersi i propri tempi per abituarsi alla nuova routine. Le emozioni saranno sicuramente contrastanti, ma è normale e fanno parte di questo processo. Per gestire al meglio il distacco, è importante scegliere bene la persona che si occuperà del piccolo. Che si tratti dei nonni o di una baby-sitter, è importante introdurre questa persona in maniera graduale e con pazienza, in modo che il bambino possa cominciare a sentirsi completamente a proprio agio anche con questa persona.

Si potrà lasciarlo con la persona che si occuperà di lui prima per brevi periodi di tempo e in un ambiente famigliare al bimbo, fino ad arrivare gradualmente all’intera giornata lavorativa. Spiegate nel dettaglio a questa persona la routine del bimbo, le sue preferenze, i giocattoli o i cibi preferiti, gli orari da rispettare e le “regole” su cui non transigere; chiedetele inoltre di aggiornarvi nel corso della giornata con messaggi e foto i modo da potersi sentire più tranquille.

Ci sono poi alcuni consigli che si possono seguire:

  • reinserirsi in azienda in maniera graduale, in modo che mamma e bambino abbiano più tempo per adattarsi alla nuova routine;
  • ascoltare le esperienze altrui e fare tesoro dei consigli, ricordando però che ognuno ha storie ed esigenze diverse;
  • creare una nuova routine con il bambino, alimentando il rapporto con tempo di qualità e tanti momenti o attività speciali solo per voi.

Foto di copertina di Karolina Kaboompics via Pexels.com

 
 
 

In breve

Molte neomamme si trovano a gestire il rientro a lavoro dopo la maternità: è un passaggio che può causare emozioni contrastanti e che deve essere affrontato con calma, pazienza e qualche accorgimento. Una delle cose fondamentali? Imparare a delegare!

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Beta basse nei primi giorni dopo il concepimento

16/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Nelle primissime settimane di gravidanza, salvo diversa indicazione medica, non ha alcun senso continuare a sottoporsi di propria iniziativa al dosaggio delle beta perché il risultato da un lato non è predittivo del futuro della gravidanza dall'altro quasi sempre crea inutile allarme.   »

Sanguinamento dopo il pap test nel primo trimestre di gravidanza

16/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'esecuzione del pap test, la comparsa di piccole perdite di sangue anche associate a fitte al basso ventre non deve allarmare e non richiede di rivolgersi al pronto soccorso. In genere, la situazione si risolve nell'arco di 48 ore.   »

Bimbo di 5 anni che respinge la mamma: colpa della crisi che stanno attraversando i genitori?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

Fai la tua domanda agli specialisti