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Per tirarsi fuori d’impaccio da situazioni imbarazzanti, durante i momenti di noia, prima e durante lo svolgimento di compiti seccanti, quando si è in attesa di un messaggio o di una notifica da qualcuno: sono queste le motivazioni che più di tutte scatenano l’uso compulsivo dello smartphone. A sostenerlo è una ricerca presentata alla Conferenza 2019 “ACM CHI conference on Human Factors in Computing Systems” a Glasgow, in Scozia, da un gruppo di studiosi della University of Washington (Stati Uniti).
Età diverse, stessi fattori
Gli autori dello studio hanno messo in evidenza che i fattori scatenanti l’ uso compulsivo dello smartphone sono trasversali a ogni età e indipendenti dal livello di istruzione: la ricerca è stata infatti condotta su un gruppo di 39 persone, tra cui ragazzi delle scuole superiori, studenti universitari e adulti laureati. “Questo non significa che gli adolescenti usano il telefono allo stesso modo degli adulti, ma piuttosto che lo stimolo a tornare compulsivamente a controllare il telefono funzioni allo stesso modo indipendentemente dall’età”, spiega Alexis Hiniker, co-autore dello studio. Infatti, spiega lo studioso, “se i ragazzi affermano “ogni volta che ho un momento morto durante le lezioni tiro fuori il telefono”, gli adulti dicono “ogni volta che ho una pausa a lavoro, tiro fuori il telefono””.
Motivazioni persistenti
Ai partecipanti è stato chiesto di scorrere le proprie applicazioni sullo smartphone e dire a voce alta cosa pensassero mentre compivano questa azione. Successivamente dovevano indicare quali applicazioni utilizzavano più spesso e quali erano quelle di cui non potevano fare a meno, spingendoli ad assumere un uso compulsivo smartphone. Hiniker spiega che “quando chiediamo alle persone ciò che trovano significativo nel loro uso del telefono, nessuno dice “oh, niente”. Ognuno in base alla propria esperienza può indicare delle motivazioni personali e persistenti che sono alla base dell’uso compulsivo dello smartphone”.
Connettersi con i propri cari
I ricercatori hanno riscontrato che i partecipanti allo studio giustificavano il loro continuo uso dello smartphone attraverso soprattutto la possibilità che questo dispositivo dà di connettersi col mondo reale: una partecipante ha parlato di come un generatore di meme (frase, video, foto divertente o buffa che si diffonde in maniera virale sul web, ndr) l’ha aiutata a interagire con sua sorella perché si taggavano continuamente a vicenda, mentre un’altra ha raccontato che l’app Kindle le ha consentito di comunicare con suo padre che stava leggendo gli stessi libri.