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I mestieri che prevedono turni di notte, per esempio negli ospedali, in polizia, nella sicurezza, non sono privi di effetti collaterali per i lavoratori. Un numero insufficiente di ore di riposo, l’inversione del ciclo sonno-veglia e il fatto che si tratti quasi sempre di mansioni di notevole responsabilità genera un alto tasso di stress. Particolarmente per quanto riguarda le donne.
Il rischio di turni troppo prolungati
Secondo uno studio condotto su oltre 23 mila lavoratori del Regno Unito (11.215 maschi e 12.188 femmine) pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, le lavoratrici che fanno turni di notte e spesso non rispettano neppure le pause festive, sono esposte a un aumentato rischio di depressione() del 2 per cento. La probabilità di avere episodi di depressione si associa a ogni tipo di lavoro che preveda turni, ma è soprattutto il genere femminile ad andare incontro a un rischio maggiore. In particolare quando lavorano 55 ore settimanali o più invece delle classiche 35-40 previste oppure se saltano i riposi infrasettimanali e lavorano anche durante il weekend.
Molte donne hanno un doppio lavoro
In base ai dati, le persone che lavorano nei fine settimana tendono a lavorare in posti di lavoro che offrono salari più bassi. Questi lavori, se combinati con frequenti o complesse interazioni con il pubblico o con i clienti, sono stati collegati a livelli più alti di depressione. Precedenti studi hanno rilevato che una volta contabilizzate anche le ore dedicate alle faccende domestiche non retribuite e le cure, le donne lavorano in media molto più a lungo degli uomini e questo è stato collegato appunto a maggiori problemi di salute.
Fonti / Bibliografia
- Homepage | Journal of Epidemiology and Community Health (JECH)The Journal of Epidemiology and Community Health (JECH) is a peer-reviewed public health journal that covers all aspects of epidemiology and public health.