Argomenti trattati
Il piccolo che chiama nel bel mezzo della notte, magari (solo) per avere un bicchiere d’acqua. Un colpo di tosse del marito, oppure il russare del compagno che non dà tregua. Diverse possono essere le ragioni per cui si è portati a svegliarsi nel cuore della notte: indipendentemente dall’essere più o meno importanti o urgenti, tutte possono essere accomunate da un elemento in comune: fanno dimenticare i sogni. E a nulla valgono gli sforzi per ricordarli. È quanto emerge da uno studio condotto da James Pagel, esperto di medicina del sonno della University of Colorado di Denver (Stati Uniti) e riportato nel volume “Big Dreams.The Science of Dreaming and the Origins of Religion” di Kelly Bulkeley (Oxford University Press).
Ansia e stress
Secondo lo studio di Pagel, all’origine della dimenticanza dei sogni ci sono inoltre altre condizioni tra cui ansia e stress, la presenza di alcuni disturbi del sonno come le apnee e il consumo di alcol e sostanze stupefacenti.
La sveglia
Anche le pratiche culturali possono influenzare il ricordo di ciò che si stava sognando: dallo studio emerge, infatti, come il principale ostacolo al ricordo dei sogni sia la sveglia, colpevole di interrompere bruscamente, e per di più spesso con un suono non proprio piacevole, il sonno, impedendo di ricordare cosa si stava sognando appena un attimo prima.
Non è uguale per tutti
Dallo studio emerge anche però che per gli amanti dei sogni non tutto è perduto: la motivazione e l’interesse delle persone sembrerebbero, infatti, favorire, almeno entro una certa misura, una maggiore propensione a ricordare i sogni. I ricercatori hanno, infatti, rilevato come le persone più interessate a ricordare i sogni abbiano maggiori possibilità di riuscirci.