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Lo sharenting, ossia la pratica di postare su social e altri siti foto o video dei propri figli, è un argomento molto discusso. Infatti, c’è chi è a favore e lo fa senza porsi troppi problemi e chi, al contrario, è assolutamente contrario e critica chiunque non abbia le sue stesse convinzioni. In Russia sembrano prevalere i primi, perlomeno quando si tratta di figli maschi. A dirlo uno studio condotto da un’equipe di ricercatori della Higher School of Economics di Mosca, pubblicato sulla rivista Pnas.
Una ricerca molto ampia
Gli autori della ricerca hanno analizzato ben 62 milioni di post pubblicati dagli oltre 600.000 utenti del social network più popolare della Russia, VK. Lo scopo era capire se i genitori fossero a favore o meno dello sharenting ed eventualmente in che modo si comportassero nel mettere in atto questa pratica.
Netta preferenza per i maschi
Dall’analisi dei risultati è emerso che in Russia lo sharenting è una pratica che nasconde una profonda discriminazione. Infatti, sia le mamme sia i papà pubblicano sul social VK soprattutto foto dei figli maschi. In generale, i post riguardanti i bambini e i ragazzi sono il 20% in più di quelli che riguardano bambine e ragazze. Una disparità che non può essere spiegata solo in termini di differenze numeriche fra maschi e femmine: in Russia nascono 106 maschi per 100 femmine. Non solo. Gli studiosi hanno anche notato che, mediamente, le immagini e i post di ragazzini attraggono quasi il doppio di “mi piace”, da persone di entrambi i sessi. “Questa preferenza di genere potrebbe sembrare innocua se paragonata ad altre discriminazioni. Ma, data la popolarità dei social media, milioni di utenti risultano esposti a un feed che diffonde concetti di disuguaglianza e, senza neppure accorgersene, passa il messaggio che dedicare più attenzione ai figli maschi sia normale” hanno commentato gli esperti.
In Italia la situazione è diversa
Fortunatamente, in Italia non esiste alcun dato che indichi lo stesso problema. Probabilmente, dunque, la discriminazione è legata al contesto culturale russo. In ogni caso, lo sharenting non va preso sotto gamba. Al di là del discorso della sicurezza, infatti, esiste anche quello della privacy: i figli potrebbero non voler apparire online e magari, una volta cresciuti, non riconoscersi nelle immagini e nei video postati dai genitori. Certi post potrebbero ferirli o metterli in imbarazzo.