Rimproveri ai bambini dannosi per la crescita

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 07/05/2014 Aggiornato il 07/05/2014

Rimproveri e violenza fisica non solo non servono a far comprendere il pericolo ai bambini ma sono molto dannosi per la loro crescita serena

Rimproveri ai bambini dannosi per la crescita

Senza arrivare alla violenza fisica (a partire dagli schiaffi), il comportamento “base” del genitore sembra orientarsi verso rimproveri e sgridate. Ma, secondo gli esperti, questa attitudine potrebbe portare più danni che benefici.

Servono più spiegazioni

Quando il bambino rischia di farsi male, la reazione più spontanea di mamma e papà è l’urlo, seguito da una sgridata a regola d’arte. Tutto ciò avviene perché probabilmente per generazioni è stato usato tale metodo (se non peggio) per far comprendere ai più piccoli che cosa sia il pericolo ed evitare, con i rimproveri, infortuni o conseguenze ancor più gravi. Ma in questo quadro manca un particolare importante, anzi fondamentale: la spiegazione. Perché questa situazione o questo gioco sono pericolosi? Questa è la domanda, non sempre posta dal bambino, cui i genitori dovrebbero cercare (sempre) di rispondere.

Molti preferiscono la soluzione più rapida

Una ricerca, pubblicata sul Journal of pediatric psychology, ha mostrato i risultati di uno studio effettuato su 63 famiglie americane, riguardo il comportamento dei genitori nei confronti dei figli di 8-10 anni. L’osservazione ha mostrato come chi si soffermi a parlare e a spiegare le situazioni e i rischi ai bambini, abbia più alte probabilità che il piccolo non ripeta l’errore. “Sono proprio i bambini più irrequieti, i frequentatori più assidui dei pronto soccorso ma sono sempre questi i bambini più puniti con rimproveri e sgridate”, afferma Marcello Lanari, direttore della pediatria e neonatologia dell’ospedale di Imola. I genitori sono spesso distratti ed esausti e la via delle urla o del ceffone pare più rapida e meno faticosa rispetto al confronto. Ma senza confronto, i bambini non imparano cosa sia pericoloso e cosa no.

Le “colpe” di supereroi e videogiochi

Il fatto che i più piccoli trascorrano molto tempo osservando le gesta virtuali di supereroi in grado di lanciarsi dai tetti o di sbattere, senza conseguenze, contro a un muro, non è irrilevante. Tutto ciò, infatti, rende molto labile la linea di confine tra realtà e fantasia, attutendo la percezione del pericolo dei limiti umani da parte dei bambini. A questo rischio si può ovviare restando vicini ai bimbi durante cartoni animati o film, senza abbandonarli davanti alla tv o al computer.

Schiaffi? Nessun risultato

Ancora moltissime famiglie, nel tentativo di educare i figli, scelgono la strada delle punizioni corporali. Credendo che uno schiaffo o una sculacciata, così come un no deciso (ma senza un perché) siano metodi educativi e formativi utili ed efficaci. Un sondaggio di Save the children ha, infatti, evidenziato che circa 1/3 dei  genitori ricorre a schiaffoni o simili e che ben il 50% pensa che le punizioni non siano dannose. I pediatri però dissentono su tutta la linea: le punizioni corporali, così come i meri rimproveri, non servono ad alcunché. Le sole vie efficaci da percorrere sono il confronto e la spiegazione. Strade che non si intraprendono senza la costruzione di un dialogo e senza aver superato i propri limiti e le sofferenze della propria infanzia. Una strada faticosa sì, ma benefica sia per i genitori sia per i bambini. E anche l’unico modo per far sì che le nuove generazioni sappiano a loro volta educare in maniera corretta e utile al formarsi di un contesto sociale sereno.

In breve

NON PUNIRE MA SPIEGARE

Schiaffi e rimproveri non servono. Perché i bambini imparino a riconoscere i pericoli, è necessario il confronto ed è indispensabile la spiegazione. 

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