Argomenti trattati
Senza arrivare alla violenza fisica (a partire dagli schiaffi), il comportamento “base” del genitore sembra orientarsi verso rimproveri e sgridate. Ma, secondo gli esperti, questa attitudine potrebbe portare più danni che benefici.
Servono più spiegazioni
Quando il bambino rischia di farsi male, la reazione più spontanea di mamma e papà è l’urlo, seguito da una sgridata a regola d’arte. Tutto ciò avviene perché probabilmente per generazioni è stato usato tale metodo (se non peggio) per far comprendere ai più piccoli che cosa sia il pericolo ed evitare, con i rimproveri, infortuni o conseguenze ancor più gravi. Ma in questo quadro manca un particolare importante, anzi fondamentale: la spiegazione. Perché questa situazione o questo gioco sono pericolosi? Questa è la domanda, non sempre posta dal bambino, cui i genitori dovrebbero cercare (sempre) di rispondere.
Molti preferiscono la soluzione più rapida
Una ricerca, pubblicata sul Journal of pediatric psychology, ha mostrato i risultati di uno studio effettuato su 63 famiglie americane, riguardo il comportamento dei genitori nei confronti dei figli di 8-10 anni. L’osservazione ha mostrato come chi si soffermi a parlare e a spiegare le situazioni e i rischi ai bambini, abbia più alte probabilità che il piccolo non ripeta l’errore. “Sono proprio i bambini più irrequieti, i frequentatori più assidui dei pronto soccorso ma sono sempre questi i bambini più puniti con rimproveri e sgridate”, afferma Marcello Lanari, direttore della pediatria e neonatologia dell’ospedale di Imola. I genitori sono spesso distratti ed esausti e la via delle urla o del ceffone pare più rapida e meno faticosa rispetto al confronto. Ma senza confronto, i bambini non imparano cosa sia pericoloso e cosa no.
Le “colpe” di supereroi e videogiochi
Il fatto che i più piccoli trascorrano molto tempo osservando le gesta virtuali di supereroi in grado di lanciarsi dai tetti o di sbattere, senza conseguenze, contro a un muro, non è irrilevante. Tutto ciò, infatti, rende molto labile la linea di confine tra realtà e fantasia, attutendo la percezione del pericolo dei limiti umani da parte dei bambini. A questo rischio si può ovviare restando vicini ai bimbi durante cartoni animati o film, senza abbandonarli davanti alla tv o al computer.
Schiaffi? Nessun risultato
Ancora moltissime famiglie, nel tentativo di educare i figli, scelgono la strada delle punizioni corporali. Credendo che uno schiaffo o una sculacciata, così come un no deciso (ma senza un perché) siano metodi educativi e formativi utili ed efficaci. Un sondaggio di Save the children ha, infatti, evidenziato che circa 1/3 dei genitori ricorre a schiaffoni o simili e che ben il 50% pensa che le punizioni non siano dannose. I pediatri però dissentono su tutta la linea: le punizioni corporali, così come i meri rimproveri, non servono ad alcunché. Le sole vie efficaci da percorrere sono il confronto e la spiegazione. Strade che non si intraprendono senza la costruzione di un dialogo e senza aver superato i propri limiti e le sofferenze della propria infanzia. Una strada faticosa sì, ma benefica sia per i genitori sia per i bambini. E anche l’unico modo per far sì che le nuove generazioni sappiano a loro volta educare in maniera corretta e utile al formarsi di un contesto sociale sereno.