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Di fronte al pianto del bebè è quasi impossibile resistere. A tutti viene spontaneo cercare di consolarlo, cullandolo e prendendolo in braccio. Figurarsi alle mamme, che spesso “scattano” ancor prima che inizi il piccolo cominci a piangere pronte a intervenire al primo vagito. Una nuova ricerca, condotta da un team di studiosi statunitensi dei National Institutes of Health Usa e pubblicata sulla rivista scientifica “Pnas”, ha cercato di fare chiarezza su questo atteggiamento che sembra accomunare tutte le mamme del mondo.
Uno studio in due fasi
Lo studio, che ha analizzato il comportamento delle mamme di fronte al pianto del bebè si è svolto in due fasi. In un primo momento, ha coinvolto 684 donne provenienti da ben 11 Paesi, inclusa l’Italia, con bimbi di 5 mesi di vita, di cui ha analizzato l’atteggiamento quando si prendevano cura del proprio piccolo. La seconda fase ha coinvolto complessivamente 77 donne: 43 donne di origini americane e con figli di 3 mesi e mezzo, e 44 cinesi, con bimbi di 6-7 mesi. Tutte sono state invitate a rispondere a dei questionari e osservate durante le normali interazioni con i loro bebè. Inoltre, sono state sottoposte a risonanze magnetiche cerebrali. Lo scopo era capire come reagiva il loro cervello e, di conseguenza anche il loro corpo, al pianto del bebè.
Il cervello delle mamme funziona in modo simile
Analizzando i dati raccolti, gli esperti hanno scoperto che il pianto dei bebè può essere considerato un linguaggio universale. Per almeno due ragioni. Innanzitutto, perché tutte le mamme, indipendentemente dalla propria origine e nazionalità, di fronte alle urla dei propri piccoli si comportano allo stesso modo: raramente riescono a resistere e quasi sempre si alzano, sollevano il piccolo, lo prendono in braccio, lo coccolano, lo cullano e gli parlano. In secondo luogo, perché attiva le stesse aree del cervello femminile. Gli autori hanno concluso che questo studio dimostra che la risposta delle mamme al pianto del bebè ha una base neurologica ed evoluzionistica.