Nomofobia: quando lo smartphone crea dipendenza

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 13/06/2017 Aggiornato il 13/06/2017

Ansia, attacchi di panico, agitazione quando il cellulare non prende o si scarica? Sono i segnali allarmanti della nomofobia. Di che cosa si tratta

Nomofobia: quando lo smartphone crea dipendenza

La dipendenza dallo smartphone può diventare una vera malattia: la nomofobia, come viene definito il timore ossessivo di non essere raggiungibili al cellulare (abbreviazione di “no-mobile-phone fobia”), colpisce per lo più giovani tra i 18 e 25 anni, con bassa autostima e problemi relazionali. Chi ne è colpito può sperimentare attacchi di panico, vertigini, tremore, mancanza di respiro e tachicardia in caso di assenza di rete.

Più colpiti i giovanissimi

Da una ricerca condotta per la Polizia di Stato da Skuola.net e realizzata su un campione di circa 10mila studenti di scuole medie e superiori, risulta che il 90% dei ragazzi italiani ha uno smartphone con abbonamento a internet, per non rimanere mai senza Facebook, WhatsApp, Snapchat, Twitter, Instagram.

1 su 4 è iperconnesso

Oltre la metà degli studenti spende sui social network  più di un’ora al giorno e 1 su 4 confessa di essere sempre connesso, rispondendo prontamente a ogni notifica proveniente da smartphone, tablet o pc. Senza internet, 1 su 6 ammette di provare un senso d’ansia. Analizzando questi dati, gli esperti di psichiatria hanno così concluso che in alcune situazioni la dipendenza dallo smartphone può diventare nomofobia.

Acceso anche di notte

Conferma un’indagine dell’ente di ricerca britannico Yougov: più di 6 ragazzi su 10 tra i 18 e i 29 anni vanno a letto in compagnia dello smartphone e oltre la metà degli utenti di telefonia mobile (53%) tendono a manifestare stati d’ansia quando rimangono a corto di batteria, di credito o senza copertura di rete.

A rischio anche i bambini

Considerato che la dipendenza dallo smartphone può diventare una vera malattia, è fondamentale la prevenzione. La nomofobia colpisce sempre più prematuramente, già nell’infanzia, a causa della precocità dello “svezzamento digitale”: i bambini ricevono il primo cellulare sempre prima, già intorno agli 8 anni secondo le statistiche, e non sempre vengono adeguatamente preparati e istruiti dai genitori sull’uso corretto di questi apparecchi e della connessione di rete. 

Attenzione ai campanelli d’allarme

È importante che i genitori riconoscano i campanelli d’allarme di un abuso di cellulari, internet e social media, per intervenire tempestivamente. L’abuso può causare, in bambini e adolescenti, perdita di concentrazione, difficoltà di apprendimento e aggressività. 

 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

In alcuni Paesi come la Danimarca è vietato l’utilizzo degli smartphone negli under 12.

 

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