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Quando nasce un bambino, la donna mette il figlio al centro del proprio mondo, dedicandogli cure e coccole. Non è semplicemente una questione affettiva o psico-sociale: è il sistema nervoso che stimola l’istinto materno, impartendo a ogni donna il “comando” di occuparsi solo del proprio bebè. Lo ha dimostrato una ricerca condotta dagli esperti della Università del Massachusetts Amherst, pubblicata sulla rivista “eNeuro“.
Il neonato al primo posto
Ogni donna, quando mette al mondo un bimbo, dedica al figlio tutte le proprie energie e attenzioni. Si occupa quasi esclusivamente del neonato, trascurando altre normali incombenze come la casa o il lavoro. L’istinto materno non è motivato da abitudini sociali o dalla semplice affettività, ma da un complesso meccanismo neurobiologico, essenziale per il sano sviluppo fisico e cognitivo del bebè. Tutto questo si verifica perché lo stato di maternità inizia a controllare le aree del cervello che regolano le decisioni della vita quotidiana. La donna avverte come impulso primario quello di occuparsi del piccolo, dedicandosi alla sua cura e mettendo in secondo piano qualsiasi altra mansione.
Tutto parte dal sistema nervoso
Gli esperti americani, svolgendo una lunga ricerca sui topi, si sono accorti che quando si devono prendere decisioni si attiva la corteccia prefrontale, che filtra i diversi messaggi provenienti dagli stimoli esterni. Questi, giungendo al cervello, trasmettono al sistema nervoso i segnali su quello di cui ci si deve occupare. La corteccia prefrontale, appunto, stabilisce che cosa è più importante e, quindi, di questo ci si deve occupare in modo primario. Spesso si deve scegliere tra diversi stimoli, tutti ugualmente potenti e contrastanti. Quando si diventa mamma, per la prima volta o anche nelle gravidanze successive, si mette un moto un meccanismo neuro-biologico che subordina qualsiasi incombenza alla cura del bebè.
Un effetto più forte delle sostanze chimiche
Gli studiosi per la loro dimostrazione hanno preso spunto da una situazione in cui il cervello della donna è soggetto a uno stimolo potentissimo, quello delle droghe che causano dipendenza. Per dimostrare che una regione del cervello deve dare comunque priorità alla cura della prole, i ricercatori hanno studiato le reazioni di alcuni femmine di topi in un modello di laboratorio, per capire se il loro istinto materno le spingeva in “stanze” con i cuccioli, con le sostanze psicoattive o con sostanze neutre. Gli esperti hanno disattivato temporaneamente con un poco di anestetico locale alcune regioni delle cortecce prefrontali. Hanno quindi valutato la loro preferenza dei topi per i cuccioli o per la droga. Prima dell’inattivazione, il 40 per cento delle cavie preferiva trascorrere del tempo in una stanza associata alla cocaina, il 40 per cento si dirigeva in una stanza associata al proprio cucciolo e il 20 per cento sceglieva una stanza neutra.
L’ordine della corteccia prelimbica
Quando gli studiosi hanno disattivato la corteccia prelimbica dei topi, il 78 per cento di questo ha scelto la stanza della cocaina e nessuno ha scelto la stanza dei cuccioli. Quando è stata inattivata la corteccia prelimbica, simulando la situazione neurobiologica della maternità, il 71 per cento dei ratti preferiva la stanza dei cuccioli e nessuno sceglieva la stanza della cocaina. Gli esperti sono giunti alla conclusione che durante i primi mesi in cui si è mamme, dopo la nascita di un bambino, il cervello sceglie tra i vari stimoli della corteccia, escludendo ogni altro interesse per far si che si dia la priorità assoluta alla prole.
Fonti / Bibliografia
- Infralimbic Cortex Biases Preference Decision Making for Offspring over Competing Cocaine-Associated Stimuli in New Mother Rats | eNeuroIn the context of drug abuse, converging evidence suggests that cocaine use in new mothers is significantly reduced by the competing motivation related to child rearing. Given the demonstrated importance of the medial prefrontal cortex (mPFC) in decision-making processes, we investigated the contribution of distinct regions of the mPFC [anterior cingulate (Cg1), prelimbic (PrL), infralimbic (IL)] to decision making in new mother rats performing a concurrent pup/cocaine choice conditioned place preference (CPP) task. When given a choice, inactivation of IL cortex significantly biased decision making of mother rats toward cocaine-associated cues, highly contrasting the distribution of preferences by control groups. In contrast, inactivation of PrL cortex had the opposite effect, significantly increasing offspring bias in the decision making, such that none of the mothers chose the cocaine-associated alternative. Cg1 inactivation was without effect. Functional inactivation of these same m...