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Non possiamo farne a meno (o quasi). Il web è diventato per tutti un compagno di vita quotidiano, tanto è vero che trascorriamo al computer “surfando” tra mail e social buona parte della giornata. Ma il web potrebbe rivelarsi un nemico: “La seduzione esercitata sul sistema nervoso da un sistema che procede per immagini più che per concetti – spiega Piero Barbanti, docente di Neurologia e Sport all’Università Telematica San Raffaele di Roma – riduce la nostra capacità immaginativa e creativa”. Tesi confermata anche da una ricerca dell’università Statale di Milano e della Swansea University (Gb), pubblicata sul “Journal of Computer Assisted Learning”.
I rischi della tecnodipendenza
Secondo la ricerca in questione l’abuso di Internet riduce le capacità di apprendimento degli studenti universitari: a causa della tecnodipendenza gli studenti sono meno motivati e più ansiosi, con un effetto aggravato dal senso di solitudine prodotto dall’isolamento in una ‘bolla digitale’. «La rete – prosegue Barbanti,– sta diventando un fine e non più uno strumento. Lo studio documenta come gli studenti trascorrano più tempo sui social che alla ricerca di notizie e informazioni. Nei social pullulano video e foto che soddisfano la nostra parte più istintiva ma paradossalmente, fornendo immagini a ripetizione, riducono la nostra capacità immaginativa e creativa, quella capacità che da piccoli ci fa stare ipnotizzati di fronte al racconto di una favola che genera in noi sogni immaginifici».
Troppo tempo online aumenta la solitudine
Al lavoro hanno partecipato 285 studenti di corsi di laurea di ambito sanitario, valutati sotto diversi aspetti: uso delle tecnologie digitali, capacità di apprendimento, motivazione, ansia e solitudine. Il 25% del campione – un giovane su 4 – ha dichiarato di trascorrere online più di 4 ore al giorno, mentre la quota restante da un’ora al giorno a 3.
«Il rischio concreto è quello di acutizzare la solitudine: le amicizie, le rotture, i like, le critiche sono frutto di impulso più che di ragionamento- conclude Barbanti -. Tutto questo penalizza il cervello razionale (lento per definizione, perché il giudizio critico richiede la metabolizzazione dei fatti), favorendo la porzione istintiva del nostro sistema nervoso, più veloce ma meno evoluta dal punto di vista filogenetico.