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Genitori invadenti che non lasciano autonomia ai figli possono portare i piccoli a essere ipercritici con se stessi, aumentando la possibilità di sviluppare ansia e depressione. Questo è quanto sostiene uno studio della National University of Singapore.
Invadenti e perfezionisti
La ricerca, pubblicata su Journal of Personality, è stata condotta su 263 bambini di sette anni. L’esperimento consisteva nel far completare ai bambini un puzzle in un tempo prestabilito, dicendo ai genitori di sentirsi liberi di intervenire se secondo loro il figlio aveva bisogno di aiuto. A seconda del comportamento di mamma e papà, i ricercatori hanno attribuito un punteggio di “intrusività”. Addirittura, in alcuni casi, i genitori si sostituivano ai figli nella risoluzione del puzzle, senza lasciare libertà ai figli e anzi cercando di riparare agli eventuali errori commessi. L’esperimento è stato ripetuto a 8, 9 e 11 anni e il risultato ha confermato gli esiti negativi del comportamento dei genitori troppo perfezionisti. Gli studiosi, incrociando i dati con la salute mentale dei bambini, hanno rilevato che il 60% dei piccoli con genitori invadenti era visibilmente critico verso le proprie capacità.
Sbagliando si impara
Nei casi più estremi si parla di “sindrome del campione”, dove il figlio deve essere il migliore in ogni ambito della propria vita: nella musica, nello sport, a scuola non è ammesso alcun fallimento. Per cercare di limitare questo atteggiamento, i genitori dovrebbero incoraggiare i figli nell’affrontare le diverse attività, cercando di esaltare le qualità e solo in un secondo momento parlare degli errori commessi. L’errore deve, quindi, essere vissuto come un’opportunità di crescita, senza rimproverare i piccoli se non ottengono subito il risultato voluto. Inoltre, è fondamentale cercare di lasciare il giusto spazio di riflessione incentiva l’autonomia e una personale risoluzione dei problemi.