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La depressione post parto non esiste. O, meglio, inizierebbe già durante la gravidanza, per questo sarebbe più corretto chiamarla in modo diverso. A sostenerlo è una massima esperta in materia: Franca Aceti, responsabile dell’Unità di Igiene mentale e Relazioni affettive nel post partum dell’Università Policlinico Umberto I – Università La Sapienza di Roma.
Sintomi caratteristici
Classicamente la depressione post parto è considerata una vera e propria forma depressiva, che si manifesta nei giorni o nei mesi successivi alla nascita del bambino. È caratterizzata dalla comparsa di una serie di sintomi precisi, come sensazione di inadeguatezza nei confronti del nuovo ruolo, senso di delusione, risentimento verso il neonato, tristezza, voglia di piangere, perdita di interesse o piacere in ciò che si fa.
Non sempre la gravidanza è serena
Secondo l’esperta, la depressione inizierebbe già durante la gravidanza. A differenza di quanto si pensa comunemente, infatti, l’attesa non sempre è un periodo idilliaco e sereno. Anzi, una percentuale significativa di donne vivrebbe con disagio i nove mesi. “La gravidanza è sempre stata considerata un periodo felice ma non è così. Si parla erroneamente di depressione post parto mentre il termine corretto è perinatale perché spesso c’è coincidenza tra la depressine durante e dopo il parto. In media colpisce il 20% delle donne e intorno al 10% i padri” ha spiegato a La Stampa la professoressa Aceti.
Colpa della famigliarità ma non solo
Ma per quali ragioni alcune donne() sono soggette alla depressione in gravidanza e dopo il parto? Fra le cause scatenanti ci sono la giovane età al momento del concepimento, i problemi economici, le difficoltà all’interno della coppia, la mancanza di aiuti e supporti esterni. Un ruolo molto importante è giocato poi dalla famigliarità. Basti pensare che il 50% delle donne depresse ha avuto mamme depresse e che i loro figli hanno un rischio aumentato di tre-quattro volte di ammalarsi a loro volta.