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La depressione è la malattia che spaventa di più dopo il tumore. In Italia interessa circa 4,5 milioni di persone, colpisce più le donne degli uomini e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, entro il 2030 costituirà la malattia cronica più diffusa a livello mondiale. La depressione attualmente rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica mondiale, con un costo pari a 800 miliardi di dollari annui.
I risultati dell’indagine Onda
Le tante facce di questa malattia mentale sono state fotografate da un’indagine Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) condotta su un campione di 1.004 soggetti (503 donne e 501 uomini): secondo gli intervistati, la depressione si colloca al secondo posto (27%) dopo i tumori per impatto percepito sulla vita di chi ne soffre e il 58% la considera una vera malattia alla stregua di quelle fisiche; una persona su quattro la ritiene invece una condizione mentale con cui si può solo convivere.
Tante cause
Dall’indagine è emerso che non manca la consapevolezza circa l’origine multifattoriale di questa malattia: secondo gli intervistati, infatti, la depressione non è conseguenza diretta di un fattore univoco, ma viene percepita come il risultato di un insieme di fattori diversi: traumi (69%) e stress (60%) sono riconosciuti come le cause principali della malattia da chi ha già ricevuto la diagnosi, mentre chi non ne ha sofferto, ritiene che la depressione sia originata principalmente da una personalità emotivamente fragile (67%).
Incidono gli stili di vita
Lo stile di vita, spiega Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria, può influire non poco nello sviluppo della depressione: i disturbi del sonno, per esempio, hanno un ruolo importante, ma ci sono anche altri fattori molto diversi tra loro, come il consumo di sostanze stimolanti, la sovraesposizione a stimoli sonori e luminosi, la mancata separazione, sempre più frequente, fra tempo libero e lavoro.
Un problema mondiale
“La depressione costituisce la principale sfida per la salute globale del XXI secolo – conferma Mencacci -. Anche in Italia è in aumento la sua incidenza e prevalenza. In un recente studio che ha coinvolto oltre 700 persone e 18 centri specializzati per la cura della depressione, è emerso che tra la comparsa dei primi sintomi e la decisione di rivolgersi a un medico trascorrono in media due anni. È bene non dimenticare – prosegue Mencacci – che la depressione ha riflessi sia sulla sfera dell’umore sia sulla sfera cognitiva, peggiorando e diminuendo la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti, e che se la cura arriva tardi è meno efficace. Auspico dunque – conclude lo psichiatra – l’avvio di un Piano nazionale di lotta alla depressione per dare risposte concrete a quella che l’Oms definisce la seconda causa di disabilità nel mondo”.