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Si chiama body shaming ed è forse uno dei peggiori risvolti del social networking. Si tratta di un fenomeno che origina dalle prese in giro ripetute e dalle frecciatine, anche molto pesanti, all’indirizzo dell’aspetto fisico delle donne. Con il risultato che il body shaming può persino scatenare l’instaurarsi di disturbi alimentari gravi come anoressia e bulimia.
I numeri del fenomeno
Un recente sondaggio condotto da Nutrimente Onlus, ha accertato che ben 1 donna su 2 si sente presa in giro e derisa per i chili di troppo. Questo tipo di “vergogna” va a influire sul livello di autostima, ma non solo. Il body shaming boicotta anche la riuscita degli obiettivi personali (scuola, sport, relazioni) nelle adolescenti. Un esempio recente di questo fenomeno si è ritrovato in occasione delle Olimpiadi di Rio, quando alcune atlete sono state additate come “troppo grasse” addirittura dai media tradizionali.
Chi sono le vittime
A fare le spese dei peggiori effetti del body shaming sarebbero le ragazze tra i 18 e i 21 anni, seguite dalle donne tra i 25 e i 30 anni. In questi casi, gli argomenti di derisioni e frecciatine sarebbero proprio legati a problemi di peso. Situazioni che darebbero il via a diete sconsiderate, molto sbilanciate e causa di disturbi alimentari seri. Nelle donne più adulte, invece, il body shaming si rifletterebbe nei segni tangibili dell’invecchiamento come rughe e cellulite.
Alla ricerca del corpo perfetto
Il problema sociale che pone donne e uomini di fronte a modelli fisici inarrivabili e spesso artefatti, ha generato un terribile circolo vizioso. Infatti, le donne tendono a vergognarsi di alcune parti del corpo (gambe, pancia, fondoschiena, ma anche braccia per le over 40) al punto di arrivare a seguire regimi alimentari drastici, mettendo anche a rischio la salute.