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Addome prominente e floscio, muscoli poco tonici e addirittura il rischio che compaia un’ernia. Sono le conseguenze della diastasi addominale in gravidanza, l’allontanamento dei due muscoli retti addominali, due fasce muscolari verticali che collegano il pube allo sterno. L’addome voluminoso, appesantito dal feto e dal liquido amniotico, provoca una distensione di questi due muscoli, che tendendosi si allontanano tra di loro. Questa è una condizione normale durante i nove mesi, ma se dopo la nascita del bambino le fasce muscolari non riprendono la loro tonicità, possono comparire dolori e altre complicanze.
Due muscoli che si “allontanano”
Per capire che cos’è la diastasi addominale in gravidanza, è opportuno descrivere la struttura muscolare dell’addome e che cosa succede nei nove mesi. Nella parete anteriore dell’addome si trovano due fasce muscolari, chiamate retto addominale destro e retto addominale sinistro. Hanno l’obiettivo di contenere lo stomaco, il fegato e gli organi addominali, compreso l’utero. Si dipartono dallo sterno fino ad arrivare all’inguine e sono divisi dalla cosiddetta linea alba, una sottile striscia di tessuto connettivo privo di nervi e di vasi sanguigni. Quando, durante la gestazione, il feto aumenta di volume nel sacco amniotico ricco di liquido, i muscoli cedono per assecondare questa crescita, si allontanano tra di loro e la linea alba si allarga. La diastasi addominale in gravidanza è questo, l’allontanamento delle due fasce muscolari per assecondare la normale crescita del feto.
Se la situazione non regredisce
Una volta che il bambino viene al mondo, i muscoli retti addominali riprendono poco per volta la loro forma originaria, tornando a essere tonici e la linea alba, che ha una consistenza elastica, torna a essere sottile. Questo si verifica normalmente dopo 8-12 settimane dalla nascita del bambino. Non sempre però i muscoli addominali recuperano la loro forma naturale. Succede, per esempio, nel caso di parto plurimo, che causa una distensione eccessiva delle strutture dell’addome; quando la donna è molto sovrappeso oppure ha tessuti cutanei e muscolari cedevoli; se soffre di tosse cronica, di stitichezza o pratica un’attività che comporta un peso eccessivo sulle pareti addominali. In questi casi, la diastasi addominale in gravidanza si trasforma in diastasi addominale post partum. L’addome è floscio, poco tonico e sembra che la donna sia ancora in dolce attesa. In corrispondenza della linea alba inoltre appare un solco verticale.
Provoca anche disturbi alla salute
Le conseguenze di una diastasi addominale in gravidanza non ben guarita non sono semplicemente estetiche, ma anche di salute. Come spiega l’Associazione Italia Diastasi Odv quando i tessuti dell’addome sono indeboliti o addirittura lesionati non riescono più a contenere bene gli organi addominali. Possono quindi comparire ernie, ossia fuoriuscita di visceri dalla loro sede, ma anche dolori addominali, mal di schiena e alle anche, difficoltà digestive, senso di pesantezza all’addome. Inoltre il problema può peggiorare in caso di una seconda gravidanza. Se, quindi, a circa tre mesi dal parto l’addome non ha riacquistato una certa tonicità, è opportuno rivolgersi al medico che può accorgersi del problema con una visita. Infatti, tastando l’addome mentre la donna si trova in posizione supina, può rendersi conto dello spazio eccessivo esistente tra i muscoli dell’addome. In casi più complessi, o quando ci sono già problemi tipo ernia o dolore, è opportuno eseguire un’ecografia addominale o una Tc.
Come risolvere il problema
In caso di diastasi di grado lieve o medio, quando la distanza tra i muscoli retti addominali non supera i tre centimetri, è possibile ricorrere a esercizi suggeriti dal fisioterapista, che hanno l’obiettivo di aiutare i tessuti a riprendere tonicità. Questi esercizi si effettuano in posizione supina e lavorano specificamente sui muscoli dell’addome. Se invece la diastasi è di grado severo, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico, per avvicinare i due lembi muscolari ed effettuando, se necessario in caso di pelle in eccesso, anche l’addominoplastica. Se i muscoli sono molto sfibrati o esiste il rischio che si formino ernie, possono essere posizionate speciali “reti” contenitive in tessuto anallergico che fungono da sostegno. È sempre il chirurgo a decidere caso per caso.
Fonti / Bibliografia
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