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In futuro, forse, si potrà diagnosticare in anticipo la depressione post partum. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori americani, pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, infatti, ha identificato due geni che durante la gravidanza risultano alterati in quelle donne che, dopo la nascita del bebè, svilupperanno la depressione post partum.
Va curata per tempo
La depressione post partum è una malattia che interessa fra il 10 e il 20% delle neomamme. È caratterizzata da stanchezza, nervosismo, irritabilità, inquietudine, ansia, crisi di pianto, insonnia, disinteresse per il bebè. Se non viene riconosciuta e curata per tempo, rischia di causare conseguenze serie.
Interferiscono con l’umore
In un primo momento, gli autori dello studio hanno condotto degli esperimenti in laboratorio. Hanno così identificato due geni che, se subiscono alterazioni in gravidanza, possono predire la comparsa della depressione post partum: il gene TTC9B e il gene HP1BP3. Essi interferiscono con la creazione di nuove cellule nell’ippocampo e con la capacità del cervello di riorganizzare e adattarsi di fronte a nuovi ambienti, due elementi importanti per la regolazione dell’umore.
L’attendibilità è alta
In un secondo momento, i ricercatori hanno sottoposto 52 gestanti a un prelievo di sangue. Quindi, hanno eseguito sui campioni prelevati uno screening genetico. È emerso che le donne che in gravidanza presentavano un’alterazione dei due geni in questione avevano maggiori probabilità di avere una depressione post partum. Secondo gli esperti tali alterazioni, riscontrabili con un prelievo di sangue (da eseguire a ogni trimestre), permettono di predire la malattia nell’85% dei casi.